BANCA MARCHE, STORIA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO

bancamarche1La Banca che AMA le Marche. Era questo uno degli slogan che campeggiava in tutte le filiali, che occhieggiava dalle pagine pubblicitarie dei giornali, sui manifesti delle sponsorizzazioni. La Banca del territorio, che ama la propria regione, ma che al tempo stesso trama per fregare sotto il naso gli azionisti e chi “nel piccolo è bello” ci credeva. Suona un po’ come uno sberleffo quello slogan oggi, alla luce del declassamento operato da Moody’s che colloca il rating al pari di titoli spazzatura, ad un passo dal default. E pensare che migliaia di investitori hanno creduto in quel progetto che portava il nome della propria regione, le Marche, la governance locale, l’aiuto alle piccole imprese. Solo parole, solo facciata, in realtà dietro i dirigenti e colletti bianchi della Banca operavano a proprio vantaggio, a discapito di ingenui investitori che collocavano i propri risparmi in un istituto in cui riconoscersi, vicino al territorio, dicevano. E nel cataclisma generale arriva il commissariamento, i trattamenti di fine rapporto milionari, come quello per Bianconi arrivati furbescamente, mentre chi ha investito il proprio denaro, i propri risparmi nelle azioni della Banca vede perso l’80%, un tracollo inverosimile. Un buco colossale, un crack finanziario che stabilirà la magistratura se è avvenuto per imperizia e soprattutto perchè chi doveva vedere non ha visto e ha chiuso gli occhi. Non sappiamo se ci sono responsabilità penali ma morali si, i membri dei consigli di amministrazione che facevano? Quali bilanci approvavano? Erano incapaci o avevano interesse a non disturbare il Direttore chissà per quali interessi? Stiamo parlando di cifre enormi, impossibile non sapere, non avere dubbi. Non si tratta di persone interdette, debbono spiegare assumendosi le loro grandi responsabilita’, tutti, Presidenti, membri del Consiglio di Amministrazione, revisori, lautamente pagati dalla banca tra indennità e altro. Una domanda su tutte: Perchè ad esempio nel 2012 Banca Marche ha chiuso l’esercizio con 526 milioni di euro di perdita continuando a fornire credito al settore immobiliare, agli amici degli amici, sempre agli stessi nomi, nonostante fosse chiaro che il settore sarebbe entrato in una crisi strutturale? Chi pagherà per i debiti di Banca Marche? Chi ha riconfermato incarichi e prebende a Bianconi con frasi entusiaste. Pochissime le voci critiche che si levarono nei tempi delle “vacche grasse” e ora tutti a nascondere la testa sotto la sabbia, in un epilogo che in parte è già scritto con il solito copione dove a rimetterci sono sono i risparmiatori e le imprese del territorio più che mai bisognose di credito che non viene dato.

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