AL PRONTO SOCCORSO DI CIVITANOVA, LE PERSONE IN ATTESA, ANCHE I BAMBINI, COSTRETTE A VEDERE LE BARELLE PASSARE

barellaDa Giulio Silenzi, riceviamo e pubblichiamo:

Domenica scorsa mi sono recato al Pronto Soccorso di Civitanova per mio figlio (niente di grave, una micro-frattura, un codice verde) ed ho potuto constatare la disponibilità degli operatori sanitari ai quali vanno sicuramente riconosciuti impegno e serietà. Il fatto che però mi ha sorpreso e lasciato incredulo, sono le condizioni organizzative e logistiche in cui versa il Pronto Soccorso, condizioni generali che sento il dovere di evidenziare scrivendo una lettera aperta al Direttore della zona 8 dell’Asur Marini. La sala d’aspetto dove i pazienti attendono il loro turno per la visita è in realtà una stanza di passaggio attraverso la quale vengono fatte transitare le barelle con le persone trasportate in ospedale dall’ambulanza -le cui condizioni a volte sono gravi- e che passano a pochi centimetri da chi è seduto ad aspettare. Domenica vi era in attesa una ventina di persone tra cui anche diversi bambini, che loro malgrado, sono stati costretti ad assistere al passaggio. Una cosa questa che ha dell’incredibile e che viola le elementari regole della privacy di tutti, sia di chi sta sulla barella sia di chi è “costretto” a vedere -perché in attesa della chiamata-, e penso in particolare al disagio dei bambini. So benissimo che questo probabilmente non è il problema principale del Pronto Soccorso che richiede una sua organizzazione e definizione di percorsi perché risparmiare anche un solo minuto può diventare decisivo. In attesa di interventi strutturali e sperando in tempi certi per i lavori da fare, ritengo che si possa e si debba trovare una soluzione che preveda la separazione della sala d’attesa dal percorso di accesso delle lettighe. Mi auguro che venga fatto nei prossimi giorni e nel minor tempo possibile, e che venga nominato un Primario che non tolleri queste situazioni e affronti e risolva problemi come questi che attengono all’organizzazione ed alla umanizzazione dei percorsi di cura.

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