AI MARTEDÍ DELL’ARTE UN’INTENSA ORA CON MODIGLIANI

Forse un po’ tutti noi sapevamo che Amedeo Modigliani (Livorno, 12 luglio 1884 – Parigi, 24 gennaio 1920), era stato un grande pittore italiano celebre per i suoi sensuali nudi femminili e volti stilizzati, senza conoscere le difficoltà della sua breve vita, per questo la lectio dl prof. Roberto Cresti nel corso dell’affollatissimo incontro nel cineteatro Cecchetti nel pomeriggio di ieri, ha consentito ai presenti di conoscere la sua difficile esistenza e la morte avvenuta a soli 35 anni per via di una meningite tubercolare, fase terminale dalla tubercolosi polmonare che lo affliggeva fin dalla sua giovane età.
Impossibile riportare tutti gli aspetti descritti dal prof. Cresti, se non quelli della famiglia del pittore di origine ebraica che al momento della sua nascita stava attraversando un dissesto economico dell’impresa del padre. Si appassionò alla pittura fin da adolescente quando quattordicenne iniziò a frequentare lo studio del pittore livornese Guglielmo Micheli. Un suo primo dipinto fu la “Stradina Toscana”, che il prof. Cresti ha proiettato sullo schermo, risalente al 1898, poi tutta una serie di spostamenti a Roma, Firenze, Venezia, poi il suo primo viaggio a Parigi avvenne nel 1906 iscrivendosi all’Accademia e dove conobbe alcuni importanti artisti e da tutti chiamato con il soprannome Modì in francese Maudit. Il prof. Cresti ha sottolineato che l’incontro con Picasso avvenne nel 1907 nel suo studio parigino e divenne un’amicizia di profondo rispetto.
Parte centrale della lectio la proiezione e spiegazione di tanti dipinti di Modigliani dal momento che non conosceva l’anima delle donne e degli uomini che ritraeva, dal momento che era convinto che “gli occhi sono lo specchio dell’anima” da “L’ebrea” datato 1908, e poi via via da “Madame Pompadour” , ad “Alice” (nella foto) e una serie di nudi, volti stilizzati, colli affusolati e di sguardi spesso dell’anima”.
Tante donne nella sua vita l’ultima delle quali fu la ventenne pittrice Jeanne Hébuterne che diede alla luce la piccola Jeanne nel 1919 e rimase incinta una seconda volta l’anno successivo e in quello stato si suicidò subito dopo la morte del suo straordinario compagno. (v.d.s.)

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