E´ andata deserta l´assemblea Acom e pertanto la proposta di modifica dello statuto che avrebbe aperto la strada alla privatizzazione della società, non è stata presa neanche in esame. Il notaio ha infatti dovuto costatare l´assenza del Comune di Tolentino, dell´Università di Camerino ma soprattutto dei privati che detengono il 49,9% delle azioni. All´assemblea erano invece presenti soltanto il Comune di Montecosaro e la Provincia di Macerata con il vice commissario Tombesi. L´assemblea dunque, che è andata deserta, ha di fatto sventato il tentativo di eliminare l´obbligo statutario nella parte in cui stabilisce “in ogni caso la società dovrà essere a prevalente capitale pubblico”. Visto l´esito dell´assemblea, non si capisce il perché sia stata convocata e perché si sia data la spalla al Comune di Montecosaro che unilateralmente, nonostante la diffida da parte della Provincia, aveva deciso di vendere le azioni andando a determinare così una situazione che avrebbe potuto vedere il pubblico diventare minoranza a vantaggio del privato. Ora è tempo di rimettere al centro la necessità di riavviare una trattativa seria con la Regione Marche che già nelle settimane scorse aveva palesato il proprio interesse all´Acom. Gli Enti pubblici che ne fanno parte (Provincia e Comuni) come disposto dalla legge finanziaria, devono vendere le proprie azioni in quanto le finalità dell´Acom non rientrano nelle finalità degli Enti Locali. La Regione Marche, invece, ha tra i propri scopi quello di investire in ricerca e innovazione, ha la sanità come materia propria, ed un suo ingresso in Acom equivarrebbe a far fare un salto di qualità a questo delicato settore. In tutto questo, la Provincia di Macerata, in qualità di socio di riferimento con il suo 39%, deve prendere risolutamente in mano la questione e portarla a soluzione evitando che “incidenti di percorso” come quello che si è tentato con la modifica dello statuto possano mettere a repentaglio il futuro e la stessa sopravvivenza di Acom che in questi anni ha, tra l´altro, prodotto utili che la Provincia ha poi reinvestito nell´assistenza domiciliare ai malati oncologici del territorio.