A PROPOSITO DI POSOPHIA…PARLIAMO DI COSE SERIE

popsophia1Prosegue a Civitanova il dibattito su Popsophia. Ad intervenire questa volta è Antonio Recchioni, capogruppo della lista La Nuova Città che giudicando il dibattito fin qui fatto soltanto una “sterile polemica” vuole riportarlo -dice- “ad uno più costruttivo, teorico e finalmente culturale. “Era proprio necessario un altro, ennesimo festival di qualche cosa….?” chiede Recchioni e poi aggiunge, “nell’arco di qualche anno, se ne è avuta una proliferazione cui è seguita inesorabile la crisi, dovuta non solo a tagli ma pure a sazietà e saturazione. Sazietà e saturazione che, senza nulla togliere alle singole personalità, pure in qualche modo le riguarda: Cacciari, Galimberti, Hack, Bodei, per limitarsi ad alcuni tra i personaggi più celebrati non sono nuovi alle performance, estive o invernali, nelle Marche e sulla Riviera. Performance che che hanno sempre la stessa forma, forse molto contemporanea, certo poco innovativa: in sostanza, conferenze di stile versativo, una a seguire l’altra, senza alcun apparente legame: serialità lineare, che ha assai poco della “contemporanea” reticolarità mediale e comunicativa. Così come le ridondanti citazioni che costellano il sito e pubblicizzano l’iniziativa: si afferma di tutto e il contrario di tutto, confondendo il finto con il falso con il fasullo… Proprio come i talk show televisivi, che non sono né pop né popular. F for Fake, appunto.(F per Falso). Festival così falso da parlare di fashion come “predominio dell’immagine sulla cosa, della rappresentazione sulla realtà, dell’apparenza sull’essere” proprio in una terra votata all’arte/artigianato, sia essa cultura d’impresa, di manifattura o di bottega. “Cultura senza fare”. Un pallone gonfiato piovuto su Civitanova che non è intercettato da nessuno dei giocatori in campo ( gli enti culturali e le associazioni) e che nel successivo rimbalzo approderà nessuno sa dove. Per concludere, con le parole di un vero contemporaneo, maestro di straordinaria(mente) attuali falsificazioni e contaminazioni: il presente, che è nel tempo quello che la facciata nello spazio, impedisce di vedere le cose in profondità (Alberto Savinio)”

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