In controtendenza con i dati provinciali, che nel 2011 hanno fatto registrare un calo dell’1% del numero di negozi al dettaglio in provincia di Macerata rispetto al 2010, Civitanova regge. Di recente sono 746 le attività aperte in città, registrate alla Camera di Commercio. Lo scorso anno ne erano 744. Civitanova dunque è appetibile per il commercio, ma le trasformazioni in atto sul fronte dell’offerta preoccupano. Le multinazionali che subentrano alle attività storiche e vendono prodotti economici, durano poco e fanno registrare un turnover allarmante. <Si è messo sullo stesso piano il capo di valore a quello economico, così facendo il salotto buono è diventato mercatino delle pulci> confidava 2 giorni fa al nostro giornale un’icona dello stile, Nadia Perticarà, da 50 anni sulla piazza con i suoi capi d’abbigliamento d’elite. <E’ un momento di crisi tragico, evidente, lo scenario dell’economia sta cambiando, per non dire che nel raggio di 40 chilometri stanno per sorgere altri 5 centri commerciali. Mi chiedo perché aprono se la gente non compra> dice una delle commesse del negozio Perticarà, in corso Umberto I, Stefania Crescente. <La gente apre, chiude, guardiamo il turnover che c’è anche nei centri commerciali, nei piccoli paesi, nelle borgate, nelle frazioni, con negozi che sono spariti – dice il presidente della Confcommercio di Civitanova, Claudio Pini – sul corso, fa effetto vedere un grande marchio che chiude, ma girando per Santa Maria Apparente, anche lì si trova una via, dove prima c’erano 10 negozi ed ora ce ne sono rimasti 2 – continua Pini – la nuova Imu che aumenta del doppio o del triplo, i 3 milioni di disoccupati, le fabbriche che chiudono, la gente che non ha più certezze e spende meno, gli affitti, le tasse, blitz, controlli …, penso che più di così alla gente devono togliere la pelle di dosso> conclude il rappresentante della categoria dei commercianti di Civitanova.
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