VIOLENZA SESSUALE: ABUSI SU RAGAZZINA, 4 INDAGATI. SONO MADRE, PADRE, ZIO E ‘PATRIGNO’

Violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e, in parte già ridimensionate, tentata violenza e induzione alla prostituzione nei confronti di una minorenne. E’ il ventaglio di ipotesi di reato prospettato in un’inchiesta condotta dalla polizia e coordinata dal pm di Ancona Valeria Sottosanti. Al centro della vicenda una ragazza, oggi sedicenne, ma di appena dieci anni all’epoca dei fatti, cominciati nel 2004 e andati avanti fino al 2006.  Indagati sono la madre e il suo convivente (per maltrattamenti in famiglia e lei anche per induzione alla prostituzione), lo zio paterno che avrebbe costretto la ragazzina a subire atti di libidine e il padre, accusato di tentata violenza sessuale. I genitori hanno perso la potestà genitoriale da tempo e la ragazzina vive ora in una comunità, così come un fratello più piccolo. Gli abusi sono venuti fuori dopo che la ragazzina era uscita dall’ambiente familiare e si era confidata con le persone a cui era stata affidata. Una storia molto complessa che la stessa ragazza, assistita dall’avv. Claudia Vece e rappresentata da un tutore, avv. Annavittoria Banzi, ha raccontato ad una psicologa durante un colloquio protetto in incidente probatorio.   Pm, gip, i legali dell’adolescente e quelli dello zio e del padre, avv. Giorgio Rossetti, e della madre e del patrigno, avv. Massimo Canonico, hanno seguito da un’altra stanza, attraverso uno specchio trasparente e dicendo via auricolare alla psicologa le domande da fare. La giovanissima avrebbe “sorvolato” sulle accuse alla madre e al padre, confermando almeno in parte quelle di maltrattamenti per il patrigno e di violenza sessuale per lo zio. Sarebbe invece completamente caduta l’accusa di induzione alla prostituzione. Si tratta comunque di ipotesi che hanno bisogno di ulteriori riscontri. Unica certezza, la vicenda è maturata in un ambiente di estremo degrado sociale. “Come mai – si chiede l’avv. Banzi – nessuno si è accorto prima di quanto stava succedendo? Bisogna fare più prevenzione”.

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