“Non so perché sono qui”. Sono le uniche parole pronunciate davanti dette al gip di Ancona durante l’interrogatorio di garanzia, prima di avvalersi della facoltà di non rispondere, da Myrteza Arifaj, l’albanese di 35 anni ritenuto esecutore materiale dell’omicidio di Luigi Taurino, commerciante della stessa età, sgozzato il 20 ottobre 2011 a Passo Ripe di Senigallia (Ancona). Per il delitto erano già finiti in carcere la sorella di Arifaj, Suela, ora agli arresti domiciliari, ritenuta la mandante dell’omicidio, e un terzo albanese, Jetmir Marku, che avrebbe avuto un ruolo di supporto. Per Myrteza Arifaj, arrestato il 28 maggio a Tirana, dopo mesi di latitanza, è in arrivo l’avviso di chiusura indagini. Approderà già in aula il 24 settembre invece il procedimento contro Suela e Marku. Secondo il pm Giovanna Lebboroni, Myrteza sarebbe arrivato in Italia con Marku per dare una lezione a Taurino, che secondo il gruppetto aveva importunato Suela, residente con il marito e i due figli nello stesso palazzo di Taurino.