UNA LEZIONE DI VITA A MACERATA RACCONTA CON FRANCO ARMINIO

“Non importa in fondo se quel poeta è così bravo a scrivere, se quella poesia ha un linguaggio aulico ma conta la capacità di ogni individuo che partecipa ad un incontro di poesia di allargare di un millimetro, di ampliare anche solo con lo spazio di una piccola fessura il proprio orizzonte , il proprio sguardo sul mondo”. Ne è convinto il poeta paesologo e scrittore Franco Arminio, uno dei tanti interessantissimi ospiti della decima edizione di Macerata Racconta. Già perché spiega il paesologo di Bisaccia -il mondo sa essere luogo di dolore, sofferenza e disarmonia ma anche di bellezza e terapia. Anche un breve tratto di strada per arrivare in farmacia può essere percorso con occhi vivi, rivoluzionari presenti in quell’istante se il nostro stesso pensiero presta attenzione ad una mosca, ad una formica, ad una panchina vuota, ad una piazza dove giocano i bambini”.
“Non c’era bisogno della pandemia per capire che la vicenda umana si svolge dentro la dimensione del pericolo e che non c’è modo per immunizzarsi. Dunque nella crepa del mondo bisogna amare il proprio tremore, la propria umana condizione di fragilità per scoprire con occhi aperti che cosa enorme è ogni giornata.”
Non cita nemmeno per un istante il suo nuovo libro “Lettera a chi non c’era” franco Arminio, forse perchè la poesia non è lezione magistrale da spiegare al suo audience ma semmai qualcosa di intimo e privato, gelosamente custodito dal poeta e offerto al pubblico sotto forma di velati spunti di riflessione che possono però avere la straordinaria forza di radicarsi negli abissi di profondità di chi saprà accoglierli ed interiorizzare.
Un pensiero dunque che si distingue, quello di Arminio, ma non si palesa troppo preferendo l’improvvisazione piuttosto che la linearità di una conversazione programmata, leggendo versi di poesia quà e là che non sente il bisogno di spiegare ma semmai che accompagna con toni e sfaccettature ironiche, familiari, sottili.
Il tema oggetto ispiratore della decima edizione del festival del libro Macerata Racconta è quello della “cura” intesa come cura del sè, degli altri, dell’ambiente che ci circonda e della bellezza che malgrado tutto ancora ancora abita il mondo e i luoghi di incontro, di confronto, di scambio di idee e di esperienze di vita.
Molto vario e ricco il calendario delle giornate del festival con diversi rilevanti ospiti di fama nazionale ed internazionale.
Di geopolitica e dell’america dopo Trump e dei suoi risvolti internazionali si è parlato con Dario Fabbri giovedì pomeriggio 01 luglio nel percorrere le tappe e l’ascesa di Joe Biden e del suo progetto non poco ambizioso di realizzare uno stato sociale in un paese che da sempre insegue ad ogni costo la gloria dell’impero più’ che le dinamiche dell’economia e che è espressione di un paese lacerato da un profondo malessere esistenziale.
All’orto dei pensatori alle 21 45 è attesa Francesca Rossi Brunori con “Alice in the Box” , l’attrice e la scrittrice trae spunto dalla famosa novella per indagare la violenza di genere.
Un plauso ad un’iniziativa quale Macerata Racconta che partendo dal basso delle associazioni e dei cittadini dimostra con un format di alta qualità come la cultura, il sapere, il confronto, la letteratura possano diventare forme di terapia e di cura capaci di restituire un pensiero libero e sano alle persone anche in epoche e contesti così difficili come quelli attuali.
Antonella Sglavo

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