Cinque persone tra cui un poliziotto e due carabinieri, a giudizio, il 15 maggio prossimo ad Ancona, per il progetto di furto al caveau della Banca d’Italia, ad Ancona, un piano, poi fallito, che prevedeva di sostituire 200 milioni di euro con carta straccia. Il Gup ha respinto tutte le istanze delle difese e ha rinviato a giudizio per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e tentata concussione l’ex comandante dei Carabinieri di Collemarino, Ivano Brocca, il sovrintendente di Polizia Francesco Lestingi, Olinto Bonalumi, pregiudicato foggiano presunta mente della banda e Michele Cristiani. A processo, ma solo per il reato di corruzione, anche l’appuntato dell’Arma Gaetano Pirone.
Secondo l’accusa, a ideare il colpo sarebbe stato Bonalumi, che avrebbe subito trovato la complicità di Brocca, Lestingi e Cristiani. Brocca a sua volta avrebbe dovuto corrompere un carabiniere addetto alla sorveglianza di Bankitalia, in modo che la banda potesse entrare indisturbata nel caveau, dopo aver disattivato i sistemi di allarme, e prelevare il denaro. Il piantone da corrompere però denunciò tutto ai suoi superiori, facendo scattare l’inchiesta della procura.