Nel processo per il concorso nell’omicidio volontario aggravato di Giuseppina Limoncelli, 66 anni, avvenuto il 4 novembre 2010 a Colmaiore di Sassoferrato in provincia di Ancona, il pm Andrea Laurino ha chiesto al gup di Ancona Paola Mureddu di condannare rispettivamente a 30 e 20 anni di carcere i coniugi Angela Parri, 40 anni, figlia della vittima, ed Erasmo Lasconi, 46 anni, suo genero. La pena più alta sollecitata per la Parri deriva dal fatto di essere figlia della vittima. Secondo l’accusa, i due l’avrebbero malmenata fino ad ammazzarla e ne avrebbero simulato una caduta dalle scale. Ai due vengono contestati anche maltrattamenti continuati. Questa ricostruzione è stata respinta dalle difese, che hanno chiesto l’assoluzione. La sentenza del gup, con rito abbreviato, è prevista per il 22 marzo. Inizialmente era stata contestata l’accusa di omicidio preterintenzionale. Sembrava infatti che la donna fosse deceduta a seguito a una caduta dalle scale, durante una colluttazione. Gli accertamenti sul luogo del delitto – la casa dove i tre abitavano in condizioni di forte degrado familiare e sociale – e i responsi degli esami autoptici, avevano poi portato gli inquirenti a escludere la caduta e ipotizzare un decesso causato da ore di percosse. La Limoncelli, secondo il medico legale, sarebbero morta per dissanguamento. Sul suo corpo erano state riscontrate ferite anche alla testa, forse inferte con un corpo contundente, e segni di pressione sul collo. Mentre sulle scale non erano stati trovati segni o tracce compatibili con la caduta riferita dagli imputati.