TUTTO IL MONDO E’ PAESE…

Anche il Poeta che in questi giorni sta sbancando i botteghini delle sale cinematografiche italiane, Giacomo Leopardi, appellandosi alla sintesi, aveva valutato i meridionali, al pari degli antichi, possessori del bello e dell’immaginazione, al contrario dei settentrionali, come i moderni, più inclini al vero e alla ragione.
In altre occasioni aveva espresso con una certa genericità giudizi tranchant su alcune città italiane: Napoli paese “semibarbaro e affricano”, Roma “città oziosa, dissipata, senza metodo”.
Giudizi probabilmente scaturiti da esperienze personali sconfortanti che hanno lasciato poco spazio a spiragli positivi. Anche il Sommo Poeta è caduto nella trappola dello stereotipo che imperversa nei nostri quotidiani discorsi. Ci si dimentica troppo spesso però che dalla stereotipo al pregiudizio, e conseguente discriminazione, il passo è breve.
È indubbio che la convivenza e lo spirito di comunità portino a una familiarità del comportamento, tendiamo ad allinearci, ad adeguarci, a conformarci, nel linguaggio, nelle abitudini, nelle azioni quotidiane, quindi lo stereotipo ha un suo fondo di verità, ma nessuno di noi si racconterebbe uguale a tutti gli altri, siamo lì a precisare, a distinguere quanto siamo differenti e rimarchiamo orgogliosamente la nostra unicità. La nostra appunto.
Eppure basterebbe riguardarsi un’animazione molto nota di Bruno Bozzetto di qualche anno fa, per sentirsi ironicamente schiaffeggiati, non come napoletani, o baresi o milanesi ma come italiani.
Bozzetto mette in parallelo gli italiani e gli europei, il massimo dello stereotipo, in alcuni comportamenti abituali come il parcheggiare, il fare la fila, l’uso del cellulare.
Gli italiani ne escono indisciplinati, confusionari, maleducati, irrispettosi delle regole e degli altri.
Un quadro complessivo che dopo un sorriso iniziale ci dovrebbe far riflettere su quanto dovremmo imparare dagli altri e su quanto dovremmo, prima di criticare con una livella i comportamenti altrui, giudicare i nostri. Ma in fondo si dice anche “tutto il mondo è paese!”.

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