TRONTI: CONTRO L’ANTIPOLITICA SERVE UNA CAMPAGNA FORTE

mario-trontiProfessor Mario Tronti, come giudica il vento dell’anti-politica che sta soffiando forte in Italia?
“Lo giudico molto pericoloso. Anche al di là degli errori che fanno i partiti, questa tendenza demagogica deve preoccupare tutti. Mentre vedo che, sia dentro le forze politiche sia nelle Istituzioni, il pericolo in corso viene sottovalutato”.

Non da tutti, però.
“Infatti ho trovato sacrosanto, ma troppo isolato, l’appello che Bersani ha fatto l’altro giorno, per aprire gli occhi sul rischio rappresentato da questa deriva demagogica. Mi hanno fatto piacere anche le dichiarazioni del ministro Ricciardi, che ha mostrato sensibilità su questo tema”.

L’anti-politica si combatte con la buona politica?
“Occorre un’autoriforma dei partiti. Una campagna forte, un’operazione culturale da parte delle forze politiche da mettere in campo subito: perché da pulsione irrazionale l’anti-politica, già dilagante nella pancia del Paese, può anche diventare una convinzione razionale. E a quale punto, diventa difficile combatterla”.

Beppe Grillo è l’attaccante di sfondamento?
“Di Grillo, che considero un qualunquista più rozzo di Guglielmo Giannini, bisognerebbe parlare il meno possibile. Perché essendo un fenomeno mediatico, più gli si fa pubblicità più cresce la sua presenza. Quanto ai sondaggi che danno in crescita il suo movimento, vanno presi per quel che sono. Futili. Ma di anti-politica, invece, bisogna parlare tanto: è sempre pericolosa, anche quando a scatenarla sono gli errori dei partiti”.

Chi sono i grillini?
“Un popolo generico, senza identità, che non ha mai avuto con la sinistra un rapporto vero. Più che in loro trovo in una parte del popolo leghista, animato da una passione politica non rintracciabile in altri partiti, un tratto comune con la sinistra”.

L’unica causa dell’anti-politica sono gli errori dei partiti oppure c’è in generale una stanchezza per la democrazia come finora è stata concepita?
“Anche il governo tecnico, per il solo fatto che esiste, favorisce l’anti-politica. Perché sta lì a dimostrare il fallimento dei partiti. Quindi insistere sulla provvisorietà di questo esecutivo, e dire che bisogna tornare a una normalità del confronto tra i partiti, è anche una maniera per svuotare il vento anti-politico”.

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