TERZA CATEGORIA. CADONO REAL MONTECO’ E R.M. VOLA LA VIGOR IN TESTA

La diciottesima giornata del campionato di Terza Categoria ha designato la padrona assoluta del torneo, la Vigor Montecò. La capolista infatti, battendo per quattro reti ad una La Saetta e approfittando del pareggio in extremis subito dal San Girio, ha portato a più cinque le distanze dui potentini, allungando inoltre sulle altre inseguitrici Real Montecò e R.M., entrambe sconfitte. SaN Girio poteva contare sul doppio vantaggio fino al 39esimo della ripresa, ma la follia di tre minuti ha vanificato tutto contro la Real Citanò che ha trovato l’insperato pareggio con Spina e Marzocco. Nel pomeriggio di sabato il big match tra United e R.M. Calcio è stato risolto da uno splendido calcio di punizione di Sbrascini, che ha portato i tre punti ai locali e accorciato le distanze dai diretti concorrenti a due punti. Male i ragazzi di mister Corallini; lenti e con poche idee: urge la svolta immediata. Poi domenica il capitombolo del Real Montecò sul campo del Nuova Picena, che ha approfittato anche delle assenze in casa ospite e soprattutto di bomber Luciani. Continua la marcia inarrestabile del San Marone, giunto al sesto risultato utile consecutivo dall’avvento di mister Ambrosini. Ancora una vittoria, con il roboante 4 – 1 ai danni della Nuova Libertas in calo fisico. Riscossa per il San Giuseppe, che senza tre squalificati ha battuto il Maranello in trasferta per due a uno e ha fatto un piccolo passo avanti. Intanto i calciatori Carinelli e Compagnucci stanno presentando ricorso per le quattro giornate di squalifica ricevute e, curiosità, un nostro articolo precedente è stato allegato come memoria difensiva; segno che il nostro giornale sta crescendo e acquisendo credibilità. Infine vittoria incredibile della Video Shop, che ha battuto nettamente Il Borgo Montelupone per tre a uno ottenendo il terzo risultato utile consecutivo. Brutto stop per i monteluponesi, che scivolano nelle ultime posizioni; mentre la Video Shop si rilancia seppur sembra oramai troppo tardi.

Di Emanuele Trementozzi

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