Stop al pesce fresco in tavola da domani, lunedì 6 agosto: comincia il fermo pesca e la flotta marchigiana resterà ferma in porto. L’obiettivo è garantire il ripopolamento della risorsa ittica, dopo un 2011 che ha visto la produzione diminuire del 38% rispetto al 2010, con un trend ormai calo ormai da anni. “Così come strutturato, il fermo non funziona” afferma Tonino Giardini, responsabile di Coldiretti Impresapesca: “serve una riforma radicale”. Nelle dieci settimane successive alla ripresa l’attività sarà limitata a tre giorni, come già lo scorso anno, ma per una durata temporale maggiore. Tra le altre misure del fermo 2012, la previsione di un’area di tutela per la spesca al traino, fino a tutto il mese di ottobre. Il provvedimento vale fino alle 4 miglia per le barche da pesca con sistemi a traino abilitate ad operare non oltre a 6 miglia dalla riva; fino alle 6 miglia per quelle abilitate ad operare oltre le 6 miglia dalla costa. Durante il periodo di fermo, a parte il pesce surgelato o proveniente dall’estero, si potranno trovare un po’ di alici e sarde, spigole e orate provenienti dall’acquacoltura italiana. Crostacei e molluschi arriveranno dal Tirreno, dalla Sicilia e dallo Ionio. Non mancheranno invece vongole e cozze.