Sulla vicenda dell’inventario, siamo al paradosso. Morresi, per cinque anni assessore al bilancio, chiede conto delle scelte del suo governo a chi svolgeva attività di dipendente comunale! E lui che ci stava a fare su quella poltrona? La verità è che sul censimento dei beni comunali – peraltro un obbligo di legge disatteso per vent’anni– come su altre questioni, questa giunta eredita l’inerzia della precedente, che non ha fatto nulla nonostante diffide e solleciti della Corte dei Conti, consegnando a noi la ‘croce’ di un Comune destrutturato che deve far fronte a delle spese per una cattiva amministrazione. Il Morresi che oggi si accoda a chi critica il ricorso all’esternalizzazione (nel caso dell’inventario, per conclamata assenza di personale comunale competente a svolgere questo complesso censimento) è lo stesso assessore e vicesindaco di un’amministrazione che ha affidato impropriamente a privati incarichi, per centinaia di migliaia di euro, che rientravano nelle ordinarie competenze dell’Ufficio Tecnico comunale o per i quali c’erano in pianta organica dipendenti con qualifica adeguata per assolvere quei compiti così come rilevato dalle ispezioni del Ministero su cui è nostra intenzione fare chiarezza. La domanda al Pdl e a Morresi è perché non hanno provveduto ad assolvere anche questo compito di legge? Forse perché, le caratteristiche e le competenze che richiede il censimento e l’aggiornamento dei beni comunali avrebbero imposto alla giunta la predeterminazione e pubblicizzazione dei criteri di selezione, e non l’affidamento della consulenza in via diretta e violando i principi comunitari, prassi discutibile in cui più volte è incappata la precedente amministrazione, ma assai utile a coltivare le solite clientele di potere. C’è un altro inventario da fare, e subito; quello sulle amnesie del centro destra che, nella furia di criticare tutto, dimentica che razzolava troppo male per permettersi di predicare bene oggi.