LE POLEMICHE SU POPSOPHIA EVIDENZIANO LA MIOPIA DELL’AMMINISTRAZIONE MOBILI

popsophiaLe polemiche di questi giorni riguardo Popsophia evidenziano alcuni aspetti critici sulla gestione dell’iniziativa, che di per sé non è mai stata messa in discussione e questo va ribadito per evitare strumentalizzazioni elettorali. Popsophia si farà per gli anni a venire e dovremo sempre migliorarla.
Le ultime dichiarazioni di Vando Scheggia, vice presidente di Popsphia, che si permette di dire che il festival ha numerose richieste e può emigrare altrove, oltre che non essere accetabili e da respingere stanno a dimostrare la miopia e la scelleratezza dell’amministrazione Mobili nel non essersi tutelata nella gestione del marchio, nel non aver legato il nome di Civitanova in modo oltre che burocratico anche identitario alla manifestazione che rimane così strutturata come esportabile. Gli stessi organizzatori non essendo civitanovesi non sentono come priorità il legame con la Città. Civitanova Danza, nata nel nome di Cecchetti, non lo potrebbe mai essere, per capirsi.
Per quanto riguarda i costi, è indiscutibile che in questo momento di difficoltà economica si dovrebbe puntare sulla sobrietà delle spese, entrando nel merito delle singole voci, contratti e fatture non misconoscendo però il valore di investimento oltre che culturale anche turistico che l’iniziativa mette in campo. Avevamo denunciato più volte la mancanza di trasparenza sui conti del festival e per tanto tempo siamo stati ignorati. Questo evidenzia una gestione amministrativa supponente, fatta di scelte che non hanno mai coinvolto in maniera trasparente la città.
Dare un respiro di continuità alle proposte culturali è sicuramente necessario, ma è inaccettabile che si sia pensato ad una appendice del festival proprio nel mese di Marzo, in prossimità delle elezioni amministrative. Appendice che è diventata inevitabilmente, ma questo si voleva, vetrina elettorale del candidato Mobili.
Popsophia sta monopolizzando il dibattito culturale nella città e questo non va bene. La cultura per Civitanova non può essere solo un marchio per dare lustro a pochi privilegiati, non deve solo essere il grande evento, deve essere risorsa irrinunciabile, deve essere diffusa, deve coinvolgere le capacità inestimabili di questa città, per strutturare un progetto radicato che nel tempo possa provocare un cambiamento in meglio della qualità della nostra vita.

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