SILENZI, “I ROM AL TEMPO DI MOBILI”

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Da Giulio Silenzi riceviamo e pubblichiamo:

Quando un cittadino chiede che vengano fatte rispettare le regole e garantito il decoro urbano ha ragione. Sacrosanta. Fa parte del patto tra amministratori e amministrati l’ascolto dei problemi e la soluzione degli stessi con gli strumenti che un Comune ha a propria disposizione. Questo terreno di confronto, che è essenziale per costruire una convivenza civile, richiede capacità di interlocuzione e rispetto reciproco. Se uno solo di questi ingredienti viene meno finisce per prevalere l’insulto, e le legittime richieste di fermezza lasciano spazio a rigurgiti rabbiosi. E’ un po’ quello che sta accadendo a Civitanova dove, questa estate, la presenza di un gruppetto di nomadi ha scatenato reazioni che sono andate oltre il normale fastidio generato dalla vista di bivacchi e sporcizia. Toni eccessivi, al limite del razzismo e dell’odio, veicolati soprattutto dal web, che non hanno solo una spiegazione sociologica. C’entra anche la politica nel campionario di bassezze consegnate a internet che, condite infatti da insulti agli amministratori, mettono a nudo la vera ossessione di molti di quei profili web e Facebook: l’ossessione nei confronti del sindaco Corvatta. Non si spiegherebbe altrimenti tanta rabbia schiumante nella stagione in cui a Palazzo Sforza si è insediata una nuova amministrazione. I commenti più sdegnati appartengono infatti a simpatizzanti della vecchia giunta, addirittura a personaggi che ne erano parte integrante, che amministravano, e che solo un’estate fa – mentre a governare c’erano loro – non hanno battuto ciglio quando la città si trasformò in un grande campo rom. Caravan in centro e in periferia hanno messo per due mesi sotto scacco l’amministrazione comunale, allora impotente. Ho ricercato articoli pubblicati negli anni scorsi (vi invito a leggerli) che comprovano una situazione di gran lunga peggiore rispetto all’attuale. Solo che allora stavano tutti zitti e non c’era nessuno che passava il suo tempo andando in giro a fotografare, e non si utilizzavano termini inaccettabili come invece si sta facendo ora nei confronti del Sindaco e degli amministratori. Ci sono rapporti delle forze dell’ordine, ampi dossier fotografici, rassegne stampa e raccolte di firme di cittadini esasperati a documentare quello che solo un anno fa (e anche prima) accadeva a Civitanova. Accampamenti in via Bainsizza, in via Gronchi, sul lungomare sud (rotonda La Barcaccia e giardini Naturino), sul piazzale antistadio, dentro i parcheggi dei supermercati Lidl e Iper, sul piazzale Scorolli (Cristo Re), sul piazzale Donatori di Sangue (zona portuale). Dove erano i cultori del rigore e della fermezza mentre la comunità Rom scorrazzava a Civitanova un anno fa? Come mai non facevano sentire la loro voce? Non vedevano, non si accorgevano di nulla. Civitanova con loro era una città perfetta. Ora la descrivono come Gomorra, annunciano un Corvatta costruttore di campi rom e moschee e sembrano quei predicatori dell’Apocalisse che prefigurano carestie e povertà. Ci hanno perso le elezioni con queste sciocchezze e ancora continuano. Civitanova è invece una città ‘aperta’, che sempre di più presenterà problemi metropolitani, legati anche al governo delle diversità, del disagio e della sicurezza. Questioni complesse che non sono né di destra né di sinistra, che vanno  affrontate con competenza e responsabilità, non con superficialita’ l’odio e la paura.

 

corriere-adriatico-3-aprile-2011

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corriere-adriatico-15-marzo-2011

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corriere-adriatico-24-marzo-2011

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resto-del-carlino-5-aprile-2011

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resto-del-carlino-2-settembre-2011

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corriere-adriatico-7-settembre-2011

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