Parole, parole, parole…così cantava Mina e questo sembra essere il ritornello a Civitanova in tema di sicurezza. Per lo meno è questa la visione dei Sindacati di Polizia che puntano il dito su chi “ha ignorato troppi allarmi e persiste nel minimizzare l’escalation dei reati”. E Salvatore Tornambene, vice segretario nazionale onorario dell’Usp rincara la dose “anche il Pdl si è finalmente accorto che oltre il 60% dei reati nelle Marche avviene a Civitanova, di fatto tirando le orecchie al suo delegato alla sicurezza Giovanni Corallini, negli ultimi tempi più impegnato ad accusare i Tornambene di turno di essere visionari, piuttosto che dar credito ai reteirati e fondati allarmi sull’emergenza criminalità. Quella civitanovese è oggi una realtà prostituzione, ma non mancano infiltrazioni mafiose. Evidentemente parlarne, può dar fastidio a chi crede di vivere ancora oggi nel mondo dei sogni”. Poi il vice presidente conclude dando uno schiaffo a chi amministra la città “invece di chiacchiere faziose e inconcludenti serve discutere con convinzione su come intervenire sul fronte sicurezza, senza attribuire solo alle croniche carenze di uomini e mezzi delle forze dell’ordine l’esclusiva responsabilità di controllo del territorio”.