SI SGONFIA CASO BIKKEMBERGS, NON HA EVASO 120 MILIONI. INTANTO PERO’ IL MARCHIO E’ STATO VENDUTO

Gli avevano contestato di aver evaso il fisco per 120 milioni di euro. Ora a distanza di un anno, lo stilista di origine belga e nazionalità inglese Dirk Bikkembergs, che secondo la Commissione provinciale tributaria di Pesaro aveva la sua stabile organizzazione commerciale in Italia, a Fossombrone, dove si produceva la linea di abbigliamento sportivo del gruppo, si vede riconoscre dalla Commissione tributaria regionale di Ancona, in secondo grado, di non aver evaso le imposte. Unico rilievo, 1 milione e 800 mila euro di mancate imposte sulle provvigioni di quattro dipendenti che gestivano i rapporti di vendita con una delle società lussemburghesi del gruppo. Ma nel frattempo,  il marchio Bikkembergs è stato venduto alla Zeis Excelsa spa di Montegranaro, il ramo d’azienda italiano affittato, e il gruppo appare in via di smantellamento. Mentre Bikkembergs, che nel 2010 aveva fatto appello contro quella che aveva definito una”sentenza indegna di un paese civile” non tornerà certo a investire in Italia. “E’ il risultato della bulimia erariale dell’Agenzia delle Entrate” commenta all’Ansa l’avv. Francesco Giuliani, dello studio Fantozzi, che ha assistito lo stilista e oggi si ritiene “sostanzialmente soddisfatto del pronunciamento della Commissione regionale”, anche se non del tutto. Resta ancora pendente, davanti al Tribunale di Urbino, un procedimento penale per evasione, verosimilmente destinato a chiudersi a favore di Bikkembergs, ex sponsor della squadra di calcio del Fossombrone. Nel mirino degli ispettori delle Entrate erano finite le due consociate Iff-International Fashion Factors sarl, con sede in Lussemburgo, e la 22 srl di Fossombrone. Un gruppo caratterizzato da un elevato livello di dispersione geografica, che le autorità fiscali italiane non avevano considerato, ricorda Giuliani. L’accertamento fiscale di un esubero di oltre 100 milioni di euro (la metà costituita da sanzioni einteressi) era addirittura superiore al totale delle vendite dirette del gruppo per il periodo del controllo fiscale (dal 2001 al 2006). Secondo la Guardia di finanza e la Commissione tributaria provinciale, produzione e commercializzazione degli abiti e delle calzature sportive firmate da Bikkembergs erano concentrate a Fossombrone, anche se ufficialmente era la Iff in Lussemburgo a vendere i prodotti nel mondo, con i quattro dipendenti delle Marche nel ruolo di venditori ‘planetari’. “Un’evidente assurdità” secondo l’avv. Giuliani, riconosciuta ora in secondo grado.

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