SI RISCHIA DI DISTRUGGERE L’AREA PROTETTA TRE CASE

“Il consumo di suolo calcolato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) per il comune di Civitanova Marche nel 2021 è pari al 23% della superficie comunale*.” “Non stupisce quindi la notizia – scrive Marco Cervellini  di “Ascoltiamo la Città – della proposta portata in Provincia dall’amministrazione di Civitanova Marche chiedendo il vaglio di una richiesta di variante urbanistica avanzata dai proprietari per una superficie totale di 29 mila metri quadrati all’estremo nord della fascia costiera civitanovese, dove far sorgere un villaggio vacanze a due passi dal mare dopo la Statale 16. Il tratto di arenile prospiciente verso est non è però un semplice tratto di spiaggia, ma un’area protetta denominata “Tre Case” secondo la legge Regionale 52/74 dove vige il vincolo di inedificabilità, superficie inoltre ben conosciuta dall’attuale amministrazione dato che ha stipulato con il circolo locale di Legambiente “Sibilla Aleramo” per 3 anni consecutivi una convenzione per la conservazione della flora e fauna protetta; ma stranamente proprio nel 2022 non è stata rinnovata. Sebbene la Provincia per ora abbia espresso parere negativo, richiedendo una Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per il vincolo paesaggistico incidente nella superficie oggetto della variante, è bene ricordare che la VAS dovrà tener conto anche degli impatti indiretti per l’area floristica protetta legati alla pressione (es. calpestio massivo) che un villaggio vacanze potrà portare nell’ultimo lembo di spiaggia naturale rimasto a Civitanova Marche. Habitat dunale ormai raro anche a scala nazionale proprio per la pressione antropica e, come se non bastasse, la stessa area è stata individuata nel 2022 con nota della Regione Marche come zona importante per la protezione del Fratino, uccello protetto da convenzioni internazionali e dalla Direttiva Europea “Uccelli”. L’area è stata tenacemente conservata da cittadini e da Giorgia Belforte, la storica presidente del Circolo “Sibilla Aleramo” di Civitanova Marche, scomparsa recentemente e come per una strana beffa del destino ora proprio questa zona protetta potrebbe essere oggetto di un impatto che, in base alla valutazione negativa della Provincia – conclude Cervellini – si discosta enormemente da un progetto “sostenibile” legato ad un turismo anche naturalistico “leggero”.”

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