SATURDAYS FOR PALESTINE ANCORA IN PIAZZA

Sabato 11 ottobre il presidio Saturdays for Palestine e’ tornato in piazza. Ancora una volta, le voci di cittadini e cittadine si alzano nel cuore del mercato cittadino per chiedere giustizia, verità e rispetto per i diritti del popolo palestinese. Una presenza costante, quella del sabato mattina, che da mesi denuncia il massacro in corso nella Striscia di Gaza.
“Le immagini delle migliaia di persone che, come un fiume umano, fanno ritorno verso Gaza City – dichiarano gli organizzatori – sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo invocato il cessate il fuoco in questi lunghi mesi, ogni sabato, con le nostre bandiere, i cartelli, la voce. È stato un grido di allarme, un appello alle coscienze”.
Il cessate il fuoco, finalmente arrivato, rappresenta un primo passo per fermare la carneficina. Ma non basta. “Non chiamiamola pace – prosegue il comunicato – Quale pace è possibile se i Palestinesi vengono esclusi ancora una volta da un accordo siglato sulla loro testa? Quale pace, se non si affronta il nodo cruciale del riconoscimento dello Stato di Palestina, mentre continua senza sosta la colonizzazione della Cisgiordania?”
La denuncia è chiara: senza giustizia, non può esserci pace. “Gaza rischia di restare una prigione a cielo aperto, occupata dall’IDF e ridotta a protettorato economico sotto l’asse Trump-Blair. E Marwan Barghouti, simbolo della resistenza e della possibilità di una soluzione politica, resta ancora in carcere. Anche nel rilascio degli ostaggi, la giustizia sembra avere due pesi e due misure”.
La mobilitazione non si ferma. Saturdays for Palestine continuerà a tenere alta l’attenzione pubblica. “Lo dobbiamo ai bambini, alle donne, agli uomini, ai giornalisti, agli operatori sanitari che hanno perso la vita. Chiediamo che gli organismi internazionali facciano la loro parte. Non si può permettere che chi ha commesso crimini contro l’umanità resti impunito”.
L’appello finale è netto: “Sono in gioco la democrazia, la legalità, ma soprattutto il rischio di perdere completamente la nostra umanità”.

 



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