Via libera a maggioranza da parte dell’Assemblea legislativa delle Marche alla proposta di legge n. 233, presentata da tutta la quinta commissione (salute). Il provvedimento modifica e puntualizza alcuni aspetti della legge n. 13 sulla riorganizzazione del sistema sanitario marchigiano. Il relatore di maggioranza Francesco Comi (Pd) ha sottolineato che la pdl “definisce i livelli di programmazione”, attribuendo al Consiglio regionale un ruolo di indirizzo con il Piano sociosanitario, alla Giunta regionale gli atti esecutivi e la programmazione, elaborando, attraverso il Dipartimento, i Piani di Area vasta e agli enti sanitari la gestione. Per il relatore di opposizione Giancarlo D’Anna (gruppo misto), “‘il riconoscimento della personalita giuridica all’Area vasta” avrebbe evitato difficoltà di programmazione che ora stanno emergendo”. Durante il dibattito, molto partecipato, il capogruppo del Pdl Francesco Massi ha chiesto un rinvio alla prossima seduta e comunque alla presenza del presidente della giunta Spacca, oggi in congedo. Ma la proposta non è passata. Tra le critiche emerse durante il dibattito, molto partecipato, il peso “sempre maggiore dato alla sanità privata” o problemi legati ai territorio, come il progetto di unico ospedale tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Altro momento caldo la presentazione un emendamento di Daniele Silvetti (Fli) per stabilire la sede dell’Area vasta corrispondente al territorio provinciale di Ancona a Jesi e non a Fabriano, che poi lo stesso Silvetti ha ritirato “per senso di responsabilità”, nonostante varie prese di posizione favorevoli. La proposta di modifica è stata poi adottata da Massimo Binci (Sel) e bocciata. L’assessore alla Salute Almerino Mezzolani ha invitato a dare alla legge “il peso giusto, senza caricarlo di significati politici che non ha. E’ un tassello piccolo, ma importante sulla strada di un consolidamento del sistema sanitario che ci permette oggi di essere una delle Regioni punto di riferimento a livello nazionale sui costi standard”. La norma prevede – ha aggiunto – “nuove sinergie e maggiore integrazione”, ma prosegue sulla stessa via che ha disegnato “per la prima volta una sanità fuori dai campanili, con una dimensione regionale. Obiettivo della legge è chiarire a chi spettano le competenze per alleviare passaggi difficili”. Dopo il sì alla legge, l’aula ha deciso di rinviare la proposta di legge sulla cittadinanza italiana ai figli degli immigrati alla prossima seduta. Quindi la sessione di oggi è stata sciolta.