“Roberto è un ragazzo senza grilli per la testa, aveva progetti positivi. Escludiamo l’allontanamento volontario e il suicidio”. E’ quanto hanno affermato i genitori e gli amici di Roberto Straccia – il 24enne originario di Moresco in provincia di Fermo, studente all’università di Pescara, scomparso mercoledì scorso. “La nostra preoccupazione è stata immediata perché Roberto é un tipo preciso sugli impegni e se ritarda lo comunica per tempo”: sono le uniche parole pronunciate alla stampa da Mario e Rita Straccia, i genitori del giovane, che invitano chiunque sappia qualcosa a collaborare. “Su questa vicenda ci siamo fatti ogni tipo di idea – hanno affermato gli amici del 24enne scomparso -. Escludiamo
assolutamente un allontanamento volontario ed escludiamo anche un malore in strada o un rapimento, perché sicuramente qualcuno se ne sarebbe accorto. L’ipotesi del suicidio non la prendiamo neanche in considerazione. Il giorno della scomparsa non c’é stato nulla di strano: siamo tornati dall’università, poi Roberto è andato a correre e al suo rientro avremmo dovuto fare la spesa per una cena con gli altri amici”. Gli amici di Straccia hanno lanciato anche un appello alle forze dell’ordine in merito ad un cappello ritrovato nella zona della pineta del capoluogo adriatico, che potrebbe essere quello indossato dal 24enne: “facciano subito l’esame del dna – hanno detto i ragazzi – così da verificare se sia il suo o meno”. La fiaccolata, organizzata per “continuare a sperare” e per far sì che l’attenzione sulla vicenda resti alta, prenderà il via oggi pomeriggio alle 17 davanti al Porto turistico di Pescara. Il corteo percorrerà il tragitto fatto dal giovane prima di sparire. Per l’occasione a Pescara arriverà da Moresco anche un pullman, che trasporterà gli amici marchigiani del 24enne. Nel frattempo, si stanno occupando delle ricerche anche i sommozzatori dell’Arma dei Carabinieri appositamente giunti da Napoli, che da questa mattina scandagliano il fiume Pescara,
nell’area del Porto canale. “Non si tratta di un’azione mirata di recupero – ha detto all’Ansa il colonnello Giovanni Di Niso, che coordina le attività -, quanto piuttosto di una regolare attività di ricerca da svolgere in casi come questo”.