QUELLO CHE CICCIOLI CONTINUA A NON DIRE

urne_spoglio1Ho letto l’analisi del voto di Ciccioli, nonostante i limiti che la distinguono. Su un dato però sono d’accordo: senza l’Udc e senza i voti di Berlusconi, il Pdl delle Marche è solo una mera testimonianza politica. Nelle ultime elezioni regionali, il fronte di contestazione a questo governo è diventato del 60 per cento. A parte le fortune personali degli eletti che dirigono (forse) il partito, oggi il Pdl delle Marche svolge lo stesso ruolo che fu del Msi nella prima Repubblica: insulti agli avversari, lotte intestine, protesta senza senza proposta, difesa di posizione economiche e sociali fondate sulle rendite parassitarie, contiguità con l’estremismo di destra. Ciccioli e i suoi amici del Pdl si leccano le ferite danno la colpa della loro sconfitta all’Udc, perchè “è passato dall’altra parte”. Assicuro tutti che l’Udc non è andata da nessuna parte: è al centro come sempre! Nelle Marche è stato il Pd ad abbandonare l’estrema sinistra protestataria con la falce e martello. Non siamo andati a sinistra è successo il contrario! Il governatore Spacca è un cattolico di solida formazione liberale e con Viventi e il sottoscritto, nella Dc, ha sempre ritenuto la lezione di Aldo Moro essenziale per coniugare la democrazia al cambiamento. I suoi ottimi risultati di governo non hanno soltanto un contenuto tecnocratico, ma si radicano nel territorio e si nutrono di un ampio consenso sociale e politico. Al contrario , la logica di Ciccioli è quella di una politica di potere fondata su alleanze elettorali, concentrate sul Pdl modello La Russa. La concezione del Pdl come un sultanato che governa le alleanze come fossero tribù, può valere per la Lega Nord e qualche altro scampolo di partito, ma non per chi ha storia, tempra e lezioni da dare, soprattutto a coloro che prendevano appunti con i calzoncini corti, quando molti di noi, oggi anche nell’Udc, venivano iscritti d’ufficio nell’albo d’oro delle Istituzioni, che avevano ricostruito l’Italia, le Marche e la vita di centinaia di comuni marchigiani. Ciccioli e il Pdl si lamentano perchè non c’è più l’Udc, dimenticando che nel 2008 ne teorizzarono la fine con il “voto inutile” e 2009, alla Provincia di Ascoli e nel suo capoluogo, affermarono la “dottrina Alemanno” dell’autosufficienza. Oggi, quindi, pagano gli errori di strategia. Ciccioli però dimostra di non aver capito la lezione del voto. Spera di rifarsi, mantenendo fermi i suoi errori di prospettiva. Pensa di recuperare i voti con un movimentismo politico senza idee e senza progetti. L sua incapacità di lettura politica non solo la dimostra quanto “sfregia” gli avversari con epiteti degni del peggior frasario della sua storia politica, senza indicare un nuovo progetto politico per il Pdl, ma la certifica con la modesta furbizia di manipolare i dati elettorali, alterandone l significato. Ignora che il Pdl ha perso la Provincia di Macerata e il Comune di Fermo. Ignora che al ballottaggio Pettinari sovrasta Capponi di quasi 10 punti incrementando di oltre 9000 voti (11,4 per cento) il suo dato del primo turno, mentre l’avversario perde al secondo turno oltre 2000 voti. Esalta l’incremento di voti al ballottaggio di Gabrielli del Pdl a San Benedetto del Tronto, quando è stato del 12 per cento pari a quello di Gaspari e del Pd che ha chiuso al 57 per cento; ben oltre il 54 per cento del primo turno del 2006. Ignora di aver perso il Comune di Fermo al primo turno, dopo 10 anni di centrodestra. Ciccioli conclude che “da oggi si ricomincia”. Quello che non dice come ricomincerà?

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