QUANDO FU ASSALTATO LO PESCHERECCIO CHE PORTAVA LO SANTO

Forse non tutti ricordano che il pellegrinaggio in mare per commemorare i morti tra i flutti e invocare la protezione del Santo ebbe diversi decenni di interruzione. Dagli anni settanta all’inizio del nuovo secolo infatti ci fu uno stop in questo rito antico. Erano anni di feroci contestazioni e di fughe verso la modernita’ di cui anche il folclore religioso faceva le spese.
L’Azienda Teatri ebbe, l’idea di riproporla e l’amministrazione la sostenne. Cosi’ fu proprio Di Lupidio incaricato di parlamentare con la marineria per vedere il da farsi. Eravamo intorno alla fine 2007 e nella sede della Casa del Pescatore ci fu un’animata riunione che subito devio’ dal tema del pellegrinaggio a quelli scottanti del rincaro del gasolio, delle zone di pesca, dei fermi, dell’insabbiamento del porto.
Il rappresentante dell’amministrazione preso in mezzo al fuoco delle contestazioni non pertinenti si adeguo’ al clima e disse chiaramente alla focosa marineria che se non erano interessati si sarebbe rivolto alle barche a vela del vicino porto turistico e alla peggio avrebbe fatto portare le reliquie “da li mosco’ “(dai mosconi), ma, aggiunse: “il Santo ascolta e si ricorda!”.
Il monito scosse i nostri pescatori, religiosi ed anche un filino superstiziosi, che ritrovarono la compostezza necessaria per concordare le regole del nuovo pellegrinaggio.
La barca che doveva portare le sante spoglie era tirata a sorte e, pian piano, la marineria si riappassiono’ a questo rito e essere i custodi dell’urna durante il percorso lungo costa fino al punto dove la corona commemorativa veniva offerta al mare divenne privilegio ambito.
Il peschereccio di un capitano molto focoso detto “Lo Bionno” attendeva ormai da diverse tornate la fortunata estrazione. All’ennesima delusione Lo Bionno decise di vendicarsi a suo modo. Convocati equipaggio e amici vestì tutti di scure bandane, isso’ la bandiera col teschio dei bucanieri e nel giorno del pellegrinaggio si pose all’inseguimento della barca “colpevole” di essere stata scelta, la affianco’ con un quasi-abbordaggi e, puntate le manichette che servono a lavare il ponte a fine lavoro, fece fare a tutti gli occupanti del peschereccio che portava il Santo una incredibile doccia fuori programma !
Cosi’ consumo’ una vendetta che riteneva sacrosanta.
Questo racconto vuole ricordare a tutti che la nostra e’ una citta’ focosa, sanguigna e qualche volta sopra le righe ma anche schietta e piena di passione, chi non ci e’ vissuto per tanto tempo puo’ far fatica a decifrarla ma e’ un luogo dove si vive intensamente e dove Santo Maro ha il suo da fare a tenere tutto sotto controllo.

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