Aprendo il dibattito, la relatrice di maggioranza Rosalba Ortenzi ha definito “scellerato” il metodo proposto dal Governo per il riordino delle Province, perché “ha lacerato i territori”. Poi ha illustrato i lavori, spesso poco partecipati, della prima Commissione, che non è riuscita a fare sintesi su un testo base o unificato e ha trasmesso al Consiglio regionale 5 proposte di deliberazione. L’ipotesi del Cal per 4 Province (ripresa in due dei testi presentati) appare “monca, in quanto non vengono specificate neanche le denominazioni”. Il relatore di minoranza Francesco Massi (Pdl) ha definito quello delle Province “un pastrocchio giuridico che grida vendetta, scritto da gente incompetente al Ministero”. Massi ha anche criticato la giunta regionale “che non ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale. “Mi aspettavo che il Governo Monti procedesse per la soppressione delle Province, come era previsto nel programma sostenuto anche dal mio partito”. Comunque “il territorio marchigiano può ancora tentare di ottenere quattro Province, nonostante i paletti posti dal Governo”. Giacomo Bugaro (Pdl) ha parlato di “un dibattito inutile” perché “l’assetto è stato già deciso”. Le Province “dovevano essere già abolite nel 1970 con l’avvento delle Regioni”. La proposta a 4 è “un tampone per il Modello Marche, mentre oggi i cittadini chiedono “serietà delle decisioni e snellimento della burocrazia”. Per questo Bugaro, “favorevole anche ad un assetto a due macroprovince”, ha annunciato il voto “per la proposta più vicina ai criteri del Governo”, ma ha chiesto di non modificare la legge elettorale regionale, “istituendo un collegio unico Marche sud che creerebbe disequilibrio, eleggendo oltre il 50% dei consiglieri
regionali”. Anche Raffaele Bucciarelli (Federazione della Sinistra) ha parlato di “una sorta di farsa, di teatrino, perché quello che decidiamo qui oggi non servirà a niente”. Ha invitato a ricordare che “nessuno parla di servizi e competenze, che ci sono tanti funzionari e dirigenti di cui nessuno parla come se dietro alle Province ci fossero solo presidenti, consiglieri e assessori” mentre i cittadini “non se ne interessano”. Insomma “manca la politica e vince il
localismo”.