Popsophia emigra a Pesaro e a Civitanova la notizia non lascia indifferenti. Non per la decisione in se’, discutibile o meno, ma per come è maturata. Lo scorso anno all’indomani delle elezioni, l’amministrazione Corvatta si ritrovò ad affrontare quella che lo stesso Ercoli allora definì “un’emergenza” e a manifestazione conclusa “un miracolo” per come in così poco tempo si era riusciti a fare fronte ai tanti problemi organizzativi e logistici. Un risultato quello ottenuto, che lasciava presupporre un prosieguo di collaborazione così come riportato anche sulla stampa con le valutazioni del dopo festival. Invece così non è stato. L’amministrazione Corvatta però non ci sta a portare una “croce” non sua e in una conferenza stampa sottolinea come “abbiamo cercato in tutti i modi un contatto con Evio Hermas Ercoli direttore artistico del festival, per poter chiarire le eventuali incomprensioni e parlare di progetti futuri”. “Ultima in ordine di tempo la mail inviata il 26 dicembre a firma del Sindaco e del Vice Sindaco per sollecitare un incontro e dove c’era scritto “Popsophia è stata una iniziativa importante per la città e non si comprende perché debba finire questa esperienza. Si rinnova la disponibilità ad un confronto per verificare le condizioni per proseguire questa collaborazione tra l’Associazione e l’Amministrazione Comunale grazie alla quale l’evento ha potuto affermarsi nel panorama culturale nazionale. Si comunica pertanto la disponibilità dell’Amministrazione ad un incontro chiarificatore dopo il 6 gennaio 2013”, ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta se non leggere un articolo sul giornale dove Popsophia annunciava il divorzio deciso unilateralmente e come ormai definitivo con Civitanova”. “Ora -è stato detto- ci ritroviamo ad affrontare come al solito un problema creato da altri. Se a suo tempo infatti, Mobili e la sua amministrazione avessero fatto le cose per il bene della città, il marchio del festival “Popsophia” non sarebbe oggi di privati ma apparterrebbe a Civitanova. Nonostante l’amministrazione di centrodestra abbia impegnato una città intera (scuole, associazioni e enti comunali) con uno sforzo ingente in termini di personale e di costi, non si è preoccupata di avere la garanzia che il marchio fosse registrato a nome del comune di Civitanova Marche, come avviene per altri festival e come intelligentemente aveva fatto in precedenza la Fondazione Carima con il Festival Tuttingioco il cui marchio non era di proprietà del direttore artistico (sempre Ercoli ndr) ma della Fondazione stessa. Non saremmo a questo punto. C’è stata inoltre una mancanza di trasparenza e correttezza da parte dell’Associazione che ha preferito una rottura senza alcun dialogo accampando scuse del tutto strumentali. Una mancanza di gratitudine nei confronti di una città che se da una parte ha preso in termini di presenze e visibilità, dall’altra ha dato in termini di accoglienza, organizzazione e supporto.” Per questi motivi, è stato deciso di valutare di ricorrere alle vie legali affinché il marchio rimanga alla città e vengano tutelati gli interessi della città stessa e dei cittadini qualora si dovesse ravvisare un comportamento scorretto da parte dell’associazione che dopo la delibera della Giunta Mobili su Popsophia si è intestata il marchio stesso.