PEDOFILIA: LEGALE DON RUGGERI, NON E’ UN ‘SANTO-MOSTRO’

Don Giangiacomo Ruggeri non può essere descritto come un “santo-mostro”. Alla vigilia dell’interrogatorio di garanzia del portavoce (ora sospeso) del vescovo di Fano, indagato per atti sessuali su una minore di 13 anni, il suo difensore di fiducia, l’avv. Gianluca Sposito, replica agli articoli giornalistici che, sulla scorta delle notizie trapelate dall’inchiesta, descrivono il sacerdote come un ‘prete-bambino’, ipotizzano comportamenti infantili, o la sua stessa volontà di farsi scoprire, baciando la ragazzina in spiaggia, davanti a tutti. Ipotesi “frutto di perizie sommarie e atecniche” osserva il legale, che non ha ancora incontrato il suo assistito, rinchiuso in isolamento nel carcere di Pesaro, e valuterà con lui solo domani, prima dell’interrogatorio del Gip Lorena Mussoni, se rispondere o meno alle domande del giudice. “Qualunque esternazione possa aver fatto il mio assistito al momento della notifica dell’ordinanza di custodia – sottolinea il legale – è da ricondurre ad un contesto di grandissimo stress psicofisico e non può certo costituire strumento per giungere a conclusioni inevitabilmente affrettate”. Per quanto riguarda le indagini, supportate da foto e video della polizia, cui si era rivolto il bagnino della spiaggia di Torrette di Fano dove i presunti abusi sono avvenuti, “qualsiasi riscontro oggettivo necessita di opportuna valutazione e non può mai, ancor meno prima di un confronto tra tutte le parti, essere considerato inequivoco”. L’avv. Sposito contesta anche “ogni riferimento a forme di ‘violenza’ nei confronti della minorenne, destituite di ogni fondamento”. E invita ad avere “delicatezza e rispetto per tutte le sensibilità esposte, a partire da quella della minorenne coinvolta, per finire con quella del soggetto che, ad oggi, è sempre e solo un uomo soggetto ad una indagine, tuttora in corso”. Descrivere don Ruggeri come un “‘santo-mostro – conclude – soddisfa forse l’inconscio desiderio dell’opinione pubblica, ma non rende giustizia né terrena né tanto meno
divina”.

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