OSSERVATORIO REGIONALE ANTIMAFIA NELLE MARCHE, L’IDV PROPONE CHE LE SEDI SIANO CIVITANOVA E SAN BENEDETTO PER IL SUD DELL REGIONE

DAll’Idv riceviamo e pubblichiamo:

Appoggiamo e rilanciamo la proposta di legge regionale del PD per l’istituzione di un osservatorio regionale antimafia nelle Marche, che sarebbe solo il terzo dopo Emilia Romagna e Lombardia. Siamo convinti dell’importanza di un simile provvedimento perché, pur non vivendo le Marche un’emergenza, si possono riscontrare pesanti segnali di infiltrazioni mafiose e camorriste che non vanno sottovalutati. La cultura della legalità è un seme che va piantato quanto prima possibile perché dia i suoi frutti realmente. Pertanto proponiamo che la sede sia simbolicamente prevista nelle zone più a rischio delle Marche centro meridionali quali Civitanova o San Benedetto. Secondo noi dell’Italia dei Valori, però, la giustissima, ma timida proposta del PD può essere integrata e arricchita predisponendo uffici che si occupino oltre che di mafia in generale, anche del più scottante rapporto fra criminalità organizzata e politica. In un territorio in forte crisi economica e in cui sono sempre più frequenti contatti con la mafia russa e la camorra, compito della politica è anche quello di controllare in casa propria e rintracciare eventuali piste che possano indicare collusioni sospette. Tutto questo senza allarmismi, ma consapevoli che è necessario prendere le dovute precauzioni e contromisure atte a scoraggiare e intimidire infiltrazioni e affari appetibili soprattutto in un territorio con l’acqua alla gola grazie alle politiche sconsiderate dell’attuale governo (basti pensare al Milleproroghe con la tassa sulle disgrazie e i mancati aiuti statali che ha messo in ginocchio numerose famiglie e imprese). Sarebbe opportuno quindi istituire anche uffici che con la massima discrezione sappiano intercettare il disagio anche di quegli amministratori reticenti che potrebbero, però, essere un utilissimo punto di contatto e di intermediazione tra autorità giudiziaria e affari sporchi della criminalità organizzata. Il grave problema delle mafie, come è noto, è l’omertà che arresta la corsa delle indagini con muri insormontabili di paura e indifferenza. Bisogna lavorare con delicatezza ed equilibrio per fare in modo che si possa indagare a fondo. Il caso degli arresti nel maceratese su istanza della procura di Napoli sono un chiaro esempio di vicenda sulla quale, con le dovute cautele, bisognerebbe andare a fondo. Il cancro della mafia va estirpato con la giusta collaborazione tra amministratori, politica, istituzioni, autorità giudiziaria, scuole, enti pubblici ed entità economiche. La malavita, infatti, si introduce nelle intercapedini di inefficienza e nei vuoti causati da scarsa comunicazione e partecipazione. Bisogna lavorare dove manca coesione e siamo convinti che un osservatorio attivo e vigile possa essere il giusto rimedio per coordinare l’attività e monitorare il nostro territorio.

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