OMICIDIO REA E CAMORRA, COLLEGAMENTI POSSIBILI

parLaura Titta, 25 anni è l’ultimo atto di un crimine ancora senza assassino. Un atto importante però, che potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle indagini. La soldatessa è stata prelevata dai Carabinieri di Aversa (Caserta) all’alba di ieri mattina dalla Caserma Clementi, di Ascoli Piceno. Grazie alla collaborazione degli uomini del Colonnello Alessandro Patrizio si è potuti risalire alla ragazza che ora, con l’accusa di favoreggiamento nei confronti del Boss della camorra Giuseppe Setola è rinchiusa nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Il legale di Salvatore Parolisi, Walter Biscotti ha immediatamente parlato di questo arresto come di una coincidenza formidabile e singolare, da approfondire. Laura Titta tra il 2009 ed il 2010 era stata addestrata nella Caserma di Ascoli Piceno e, dopo un periodo passato a Napoli, aveva ripresentato domanda di riammissione al 235mo Reggimento Piceno. Vi era rientrata il 7 giugno e probabilmente non sapeva di essere attentamente controllata dal pool di investigatori che si occupano dell’omicidio di Melania Rea. Deve essere stato un lavoro certosino, quello degli inquirenti che dal 18 aprile scorso indagano a 360° per dare un volto ed un nome all’assassino della giovane e bella mamma napoletana, moglie, figlia e sorella di militari. Laura Titta, militaressa anche lei, era un elemento importante all’interno del clan camorristico dei casalesi. La donna lavava e stirava i panni del latitante Emilio Di Caterino, braccio destro del pluriomicida Setola. Secondo gli investigatori Laura Titta sarebbe una donna particolarmente aggressiva, violenta e molto gelosa. Aveva dei veri e propri raptus di gelosia ed era solita ordinare delle visite punitive ai suoi ex che, secondo lei, si erano comportati male con lei. Con un tatuaggio sulla gamba recante la scritta “terrorista” la donna soldato potrebbe avere avuto rapporti con il caporal maggiore Salvatore Parolisi. Di certo, in carcere, dovrà spiegare non solo i suoi collegamenti con la camorra ma dovrà fare chiarezza sul suo passato, ad ampio raggio. Particolare trascurato fino ad ora, secondo indiscrezioni, sul corpo martoriato da più di 30 coltellate, alcune inferte post mortem di Carmela Melania Rea, il medico legale Adriano Tagliabracci avrebbe trovato un tappo di sughero. Elemento ben noto proprio alla camorra che secondo una antica tradizione avrebbe, come consuetudine, proprio quel gesto, quale messaggio ai familiari delle vittime di tenere la bocca chiusa.

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