OMICIDIO GOFFO, L’ AUTOPSIA RIVELA CHE LA DONNA E’ STATA STRANGOLATA MA NON A MANI NUDE

Strangolata, ma non a mani nude, forse con un laccio. Così è stata uccisa, stando ai risultati dell’autopsia consegnata nei giorni scorsi alla Procura di Ascoli dai medici legali Adriano Tagliabracci e Claudio Cacaci, e dal tossicologo Rino Froldi, la funzionaria della Prefettura di Ancona Rossella Goffo, scomparsa il 4 maggio ad Ancona e ritrovata cadavere il 5 gennaio scorso a Colle San Marco, ad Ascoli, in una pineta poco distante dal luogo in cui scomparve – a detta del marito – Melania Rea. L’autopsia, dunque, secondo le indiscrezioni riportante oggi da alcuni quotidiani locali, ha confermato che la morte è avvenuta per asfissia meccanica, come dimostrerebbero segni di compressione esercitata in modo prolungato. Sul corpo, inoltre, non vi sarebbero lesioni da armi da taglio, e soprattutto tracce di Dna estraneo. Un punto, questo, a favore dell’operatore della Questura di Ascoli Alvaro Binni, unico indagato per l’omicidio della donna. Il corpo, inoltre, non è stato sezionato, come si era ipotizzato al momento del ritrovamento dei resti, sparsi nell’area in cui il cadavere era stato sotterrato. D’altra parte, su due attrezzai sequestrati a Binni – una motosega e un’ascia – non erano state riscontrate a suo tempo tracce di Dna. La Procura di Ascoli ipotizza che Binni abbia ucciso la donna – sposata e madre di due figli ormai adulti – perché questa voleva  intensificare la loro relazione. La difesa di Binni sostiene invece che il movente non tiene, perché delle attenzioni, ossessive, di Rossella (persino denunciata per
stalking dall’operatore della Questura) era perfettamente al corrente la moglie dell’uomo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *