OMICIDIO COLPOSO, E’ QUESTA L’ACCUSA PER LA MORTE DEI FRATELLI MARIO E STEFANO SCIACCA AVVENUTA A NUMANA

Con l’accusa di omicidio colposo, il Gup ha rinviato a giudizio il direttore dei lavori e l’addetto
alla sicurezza del cantiere in cui morirono i fratelli Mario e Stefano Sciacca, travolti da un terrapieno a circa tre metri di profondità, mentre stavano lavorando all’allaccio alla rete idrica dello stabilimento balneare “La perla”, a Numana. Inizierà il 17 dicembre il processo nei confronti di Simone Colla, l’ingegnere che coordinava la fase di progettazione e addetto alla sicurezza, e di Alberto Mazza, direttore dei lavori. Le famiglie dei due fratelli si sono costituite parti civili. L’incidente risale al 14 dicembre 2010. Le vittime, titolari della ditta EdilConero, stavano eseguendo i lavori a circa 200 metri dalla spiaggia. Mentre si trovavano all’interno dello scavo, una spalla della buca ha ceduto travolgendoli, forse anche a causa delle abbondanti piogge cadute nei giorni precedenti. Entrambi i fratelli erano stati estratti morti dal terriccio, mentre i soccorsi erano arrivati con ritardo, anche a causa della tempesta di neve che in quelle ore imperversava sull’Anconetano.

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