Numerosi interrogativi e riflessioni sulle tragedie dovute all’assolutismo ideologico del passato e del presente sono emersi stamattina, durante il Consiglio comunale aperto organizzato dal Comune di Civitanova, in collaborazione con gli istituti scolastici della città, per commemorare la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Gli oltre 150 alunni delle superiori presenti (rappresentanti di Ipsia, Bonifazi, Itc, Licei) hanno ascoltato, insieme a consiglieri di maggioranza e opposizione e assessori, la ricostruzione storica del professor Angelo Ventrone, introdotta dalle parole del presidente del Consiglio Comunale Ivo Costamagna, che ha ribadito l’assoluta necessità di rafforzare i programmi istituzionali dedicati a questi temi, che non sono affatto occasioni formali ma fondamentali per non dimenticare la storia e per impostare una corretta educazione civica delle future generazioni. “Ribadisco – ha detto Costamagna – la necessità di portare avanti un progetto più organico e continuativo con le scuole sui temi dei diritti umani e della solidarietà, anche se si dovesse andare a scapito di qualche manifestazione estiva. Viviamo in tempi in cui gli abomini fatti in nome della razza e del fondamentalismo religioso stanno tornando e dobbiamo trovare il modo di trasmettere la cultura della solidarietà, della tolleranza, della legalità e della ricerca dell’integrazione. E’ compito nostro fare questo”. Raccomandazione quella di non mettere in secondo piano i doveri dell’Ente pubblico, sanciti anche dalla legge italiana, che è stata sposata in pieno anche dal vicepresidente Claudio Morresi, che ha sottolineato, amareggiato, come i media nazionali abbiano dato scarsissimo risalto nei loro palinsesti il 10 febbraio, per il Giorno del Ricordo. “Mai abbassare la guardia su quanto accaduto nel secolo scorso – ha commentato Morresi. Giornate come quella del 10 febbraio, in cui ci siamo ritrovati, seppur in pochi, davanti al monumento alle Foibe, come è avvenuto per la Shoah, sono importantissimi. Faccio anzi un appello al dirigente scolastico affinché ai nostri ragazzi possa essere assicurato il giusto insegnamento su queste tragedie del passato unitamente a quanto sta succedendo oggi”. Preoccupazione per gli eventi legati alle recenti stragi terroristiche sono state espresse dal consigliere Ncd Sergio Marzetti. “E’ questo un momento fondamentale per riflettere – ha detto – e mi chiedo quale possa essere la speranza per il futuro, visto che a malapena ci arrivano notizie delle molte stragi che accadono in questo momento nel mondo”.
Il consigliere Pd Mirella Franco ha poi sottolineato i rischi legati alle ideologie. “Nessuno di noi è immune dai pericoli dell’ideologia e occorre fare molta attenzione al linguaggio che usiamo. A questo proposito voglio esortare i numerosi giovani che sono qui oggi ad esprimersi correttamente sul web senza esasperare i toni. Dietro un nome falso ci sentiamo non-persone, il web diventa un non-luogo dove la gente si sente legittimata a fare del male. Fate attenzione”.
Altri contributi al dibattito sono arrivati dal consigliere Pier Paolo Rossi di Uniti per Cambiare che ha letto alcuni brani tratti da film sull’argomento.
In aula, il professor Angelo Ventrone ha condotto una lezione generale sulla storia, soffermandosi più volte sul nazismo, e sulla pericolosità di creare la categoria del “nemico dell’umanità”, che non lascia possibilità di accordarsi con l’avversario, ma spinge solo all’annientamento del nemico.
“La malattia del Novecento – ha detto Ventrone – è stata quella di assolutizzare le proprie idee e per questo si è stati disposti ad utilizzare qualsiasi mezzo per realizzare l’obiettivo. Se l’obiettivo è salvare l’umanità da ciò che si ritiene il nemico, il singolo individuo non conta più niente. La soluzione sta nella salvaguardia del “rumore”, vale a dire della discordanza delle opinioni che è il mezzo più potente che abbiamo, come ci suggerisce il sociologo Baumann”.
Il massacro delle foibe dell’Istria, dove fra il 1943 e il 1947 sono stati gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani, è stato oggetto dell’intervento in aula del dirigente scolastico Pierluigi Ansovini, che ha ammesso quanto poco si faccia a scuola per insegnare ai ragazzi certi argomenti, spesso volutamente negati nella ricostruzione della nostra Repubblica. “La memoria storica – ha detto Ansovini – deve servire per ricordare i fatti, non ai fini della conservazione di un’immagine o di un’identità. La storia insegnata non è quasi mai neutra, purtroppo – e questo succede in ogni parte del mondo – ma noi oggi abbiamo grosse responsabilità per ristabilire la verità sugli eccidi e altri avvenimenti fino ad oggi volutamente non accolti nei nostri manuali”.