MONTECOSARO RENDE OMAGGIO A DUE EROI DELLA II GUERRA MONDIALE

Montecosaro rende omaggio a due eroi, perché di eroi si tratta, della seconda Guerra mondiale: Costantino Quattrini, detto Silvio, classe 1921, di Montecosaro, e il suo amico di prigionia Giuseppe Fava, detto Pino, di Rocca Grimalda in provincia di Alessandria, fucilato in Germania.
La loro commovente storia di guerra è venuta alla luce pochi mesi fa a seguito del ritrovamento, per caso, da parte del figlio Ezio, del diario di prigionia di Costantino Quattrini deceduto nel 2000.
Lunedì 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, nel Teatro delle Logge di Montecosaro alle ore 21, si svolge la cerimonia durante la quale viene presentato il libro curato da Federico De Marco, giornalista e nipote di Costantino, e Fabrizio Quattrini, presidente del Centro Studi Montecosaresi: “Resistere nello Stalag XIII C – Diario di un sopravvissuto alla deportazione nazista”.
Questa pubblicazione contiene tutto il manoscritto del diario ritrovato. Nelle ultime pagine sono state riportate anche due canzoni che venivano cantate dai prigionieri nel campo di lavoro, lo Stalag XIII C, in Germania.
Nel corso della cerimonia Daniele Mazzoccolo legge alcune pagine del diario e il cantautore Julian Corradini, insieme a Mauro Giorgini, canta le due canzoni dei prigionieri da loro musicate. Oltre ai figli di Costantino Quattrini, Gina, Ezio e Gianluca, partecipano le due nipoti di Giuseppe Fava, Paola Giampaolo e Roberta Pisano, rintracciate in Liguria dopo una lunghissima ricerca. A far gli onori di casa è la sindaca di Montecosaro Lorella Cardinali. L’iniziativa e la realizzazione del libro sono stati possibili grazie al contributo del Banco Marchigiano e grazie alla volontà, oltre che dei familiari di Costantino Quattrini e del Comune, dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci presieduta da Enzo Marziali e dallo storico Carlo Vito Mancino.

Costantino Quattrini su un quadernetto a righe di terza elementare, racconta tutta la sua odissea di 22enne montecosarese che dopo l’8 settembre del ’43 fu catturato dai tedeschi mentre stava svolgendo il servizio militare in Liguria. Con parole semplici e crude, ma piene di sentimento e con un pensiero rivolto alla fede, viene raccontata la deportazione, il campo di concentramento, i lavori forzati, la paura di morire sotto i colpi dei nazisti, le violenze, la fame, il ricordo sempre vivo dei familiari e della sua terra e la speranza di uscire da quel delirio chiamato guerra.
Viene anche raccontata la tragica vicenda di un altro soldato: Giuseppe Fava, che venne fucilato davanti ai suoi amici.
Il diario, anche se personale, ha un grande valore collettivo. Un’ulteriore testimonianza e un potente monito contro la guerra e un inno alla resilienza umana. Lo scorso 4 novembre il prefetto Isabella Fusiello ha conferito a Costantino Quattrini la medaglia d’onore per i deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, ritirata dal figlio Ezio Quattrini.


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