“Tre processi, sempre assolti. Avete rovinato tre vite. Vergogna!”, e ancora, “A quando le vostre scuse? Quando i risarcimenti dei danni?”. Con questi cartelli suor Albina Lo Cantore (o meglio la ex suora), ora settantasettenne, e l’ex carabiniere ed ex factotum del monastero di Santa Maria del Carmine Pier Paolo Melchionda, 44 anni, si sono incatenati ad una panchina in piazza Cavour a Camerino, per protestare contro l’autorità ecclesiastica. Un replay della protesta del giugno 2008 in piazza San Pietro, quando suor Albina e e suor Teresa Izzi, 82 anni, espulse nel 2005 dal convento camerte e ridotte allo stato laicale, si erano incatenate per chiedere l’intervento del Papa. Al centro della vicenda, una serie di cause per risarcimento danni, truffa e circonvenzione di incapace, legate al monastero dal quale le due suore erano state allontanate. L’ultima assoluzione è arrivata mercoledì scorso. Il convento aveva intentato una causa civile alle due suore chiedendo un risarcimento di un 1,2 mln di euro per la presunta svendita di un terreno, ceduto da suor Albina, all’epoca priora, per soli 258 mila euro. Nel procedimento civile erano coinvolti anche la società ‘La Quercia’, acquirente del terreno, e il notaio Benedetto Sciapichetti, che aveva redatto il rogito. Il giudice di Camerino Domenico Potetti ha però dichiarato legittima la vendita (una perizia ha stabilito il valore del terreno in 270.000 euro), assolvendo suor Albina da ogni addebito. Nei mesi precedenti le due ex carmelitane erano state accusate di aver male amministrato il monastero (teatro di sospetti ammanchi) mentre Melchionda era stato rinviato a giudizio per truffa e circonvenzione di incapace. Ma tutti i processi penali si sono conclusi con l’assoluzione piena degli indagati, che oggi hanno manifestato in piazza la loro innocenza. Assente suor Teresa, per motivi d’età.
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