MI RIUNISCO A PAPÀ, L’IMPRENDITORE SUICIDA LASCIA UNA LETTERA ALLA MADRE

“Mi ricongiungo con papà”. Aveva premeditato tutto Gianluca Ciferri, l’imprenditore fermano che è stato trovato impiccato nel bagno della cella del carcere di Ascoli Piceno, dove era detenuto per il duplice omicidio di due operai kosovari, ai quali aveva sparato il 15 settembre scorso. Il messaggio alla madre era in una busta bianca sigillata e senza destinatario trovata tra i suoi effetti personali. Domani sarà effettuata l’autopsia.

I due operai erano andati a chidergli degli stipendi arretrati. Ciferri si è impiccato alla grata della finestra del bagno con una corda formata da lenzuola e federe. L’imprenditore divideva la cella con altri detenuti, ma i compagni lo hanno trovato già morto: erano circa le 4:50 di notte. Inutili i soccorsi del medico del carcere e del 118.

L’uomo era accusato del duplice omicidio a colpi di pistola cal. 38 di Mustafa Nexhmedin, 38 anni, e Avdyli Valdet, 26, carpentieri immigrati dal Kosovo. Il 21 settembre scorso il Gip aveva convalidato l’arresto e il provvedimento di custodia cautelare in carcere, dopo uno lungo interrogatorio in cui Ciferri aveva ribadito la sua versione dei fatti: ”Mi sono difeso da un’aggressione. I due operai erano armati di una piccozza, ho avuto paura e ho sparato”. Gli operai vantavano circa 20 mila euro di stipendi arretrati, più volte richiesti all’imprenditore, anche attraverso un contenzioso curato dal sindacato di categoria della Uil.

”Siamo fuori da ogni grazia…per favore, rispettate il nostro dolore”. Una cognata di Gianluca Ciferri lo ha detto al telefono parlando con l’ANSA.

”Ho visto Gianluca Ciferri giovedì scorso. Abbiamo parlato abbastanza a lungo: non c’era nulla nelle sue parole che potesse far pensare ad un gesto come quello che poi ha fatto”. Così l’avv. Savino Piattoni, difensore dell’imprenditore.

La procura di Ascoli ha aperto un fascicolo di indagine sul suicidio. Anche il Provveditorato per l’Amministrazione penitenziaria delle Marche disporrà un’inchiesta interna. In cella sono stati sequestrati diversi scritti di Ciferri, ma sembra non ci siano messaggi che preannunciavano il suicidio.

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