MELANIA, SI STRINGONO TEMPI INCHIESTA, A GIORNI ULTIMI ESAMI

Una settimana, massimo 10 giorni. Si stringono i tempi dell’inchiesta sull’omicidio di Carmela Melania Rea, la giovane mamma di Somma Vesuviana scomparsa il 18
aprile scorso da Ascoli e trovata morta, accoltellata, due giorni dopo nel Bosco delle Casermette, a Teramo. A breve, infatti, tutti gli accertamenti fin qui condotti dovrebbero tradursi in carte e approdare sulle scrivanie della Procura di Ascoli. In particolare, l’esame sulle celle agganciate quel giorno dai cellulari di Salvatore Parolisi, il marito di Melania, finora unico indagato per l’omicidio volontario della donna, e la stessa vittima, per collocare la coppia nei luoghi della tragedia: Colle San Marco, ad Ascoli, da dove, secondo Parolisi, la moglie si allontanò senza far ritorno – ma dove nessuno l’ha vista – e la pineta del Teramano dove con quasi assoluta certezza è stata uccisa. E poi, naturalmente, l’autopsia (per stilare il referto definitivo il medico legale Adriano Tagliabracci si è preso altro tempo, ma ormai siamo agli sgoccioli). Venerdì l’inatteso blitz a Frattamaggiore (Napoli), in casa deigenitori di Salvatore, dove i carabinieri di Ascoli in trasferta in Campania hanno sequestrato una valigia; in casa dei suoceri, invece, a Somma Vesuviana, è stato prelevato il trolley intravisto da un amico di Parolisi, l’agente di polizia penitenziaria Raffaele Paciolla, nel bagagliaio dell’auto – ora sotto sequestro – dell’uomo, il giorno in cui scomparve Melania. La valigia, che era stata preparata in vista della partenza per Somma Vesuviana in occasione della Pasqua, è stata per alcuni giorni nella disponibilità dell’indagato, che poi, il 25 aprile, la riconsegnò ai genitori della moglie dato che conteneva i suoi effetti personali. Anche dai rilievi sull’auto potrebbero emergere nuovi particolari utili alle indagini, compresi quelli sul navigatore satellitare, nel caso siano stati memorizzati i percorsi fatti da Salvatore in quei giorni.

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