MARTEDÍ DELL’ARTE: IL RICORDO DI GIANNONI DELLE ANTICHE CHIESE

L’appuntamento di martedì del ciclo d’incontri ideato e portato avanti da Anna Donati e dall’Associazione culturale Arte, è stato occupato da una minuziosa esposizione dell’arch. Roberto Giannoni (nella foto), già funzionario dell’ufficio tecnico della nostra municipalità, in merito alle “Chiese scomparse nel territorio di Civitanova Marche”. È stata un’ occasione per vedere immagini e resti di antiche pievi, che esistevano in buona parte nel territorio nella Città Alta, che per l’incuria andata avanti per secoli, per via più che altro della mancanza di rendite,sono letteralmente scomparse, come la bellissima chiesa della Celeste, costruita la nel 1600, crollata nel 1930 e che sorgeva lungo la strada poco fuori delle mura di cinta di Civitanova Alta. Di questa chiesa esistono delle fotografie, naturalmente in bianco e nero, che ne testimoniano la sua bella struttura.
Impossibile commentare tutte le immagini che l’arch. Giannoni ha proiettato riguardo alle testimonianze da lui pazientemente raccolte, seguite con evidente soddisfazione e interesse dalle tante persone che usualmente frequentano i “Martedì dell’Arte”, per cui possiamo tentare di riportare qualche frettolosa annotazione, come quella riguardante la chiesa di S.Marco del 1523, che sorgeva in contrada Acque Sante e le cui fonti erano considerate un toccasana per la cura della “rogna”. Della chiesa di Santa Maria delle Grazie (1300-1400) esiste solo un cippo, mentre di quella di San Savino, come figura negli archivi della diocesi di Fermo, esisteva già nel 1290, in quanto per la sua esistenza venivano pagate dalla comunità le decime. In Santa Maria degli Angeli, del 1600, demolita nel 1794 e ricostruita dieci anni dopo, c’era un bellissimo affresco di Pietro Alemanno. La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli del 1700 è stata demolita il 1847 ed è diventata un’abitazione che si trova appena fuori Porta S.Paolo, ora Porta Zoppa.
Tante chiese, dunque, luoghi di devozione e di fede delle genti del tempo, che nelle loro strutture avranno sicuramente accolte, e dove ancora esisteranno i resti, le salme dei defunti fino a quel famoso editto di Saint Cloude, promulgato sotto Napoleone nel 1804 ed applicato all’estero durante le sue campagne e quindi anche in Italia, che vietava la sepoltura nelle cattedrali e nelle chiese.
“Si può ritenere che nel nostro territorio non esistano più una quindicina di chiese – ha detto l’arch. Giannoni, rispondendo alla fine della sua relazione ad una nostra domanda – una parte trasformate in monasteri e altre cancellate. Sicuramente da recuperare quella di Santa Maria delle Grazie, la più antica, e quella di S, Marco dove esistono degli ottimi affreschi”,
“Mi piacerebbe lasciare in un opuscolo tutti gli aspetti della ricerca che ho portato avanti – ci ha confidato il relatore con un leggero sorriso di fiducia, quando gli abbiamo chiesto quale potrebbe essere la conclusione della sua ricerca – illustrando meglio le foto e riportando tutte le note che sono riuscito a recuperare nell’archivio storico di Fermo, per dar modo ai cittadini della Città Alta e di tutta Civitanova Marche di avere il ricordo tangibile di un patrimonio artistico e culturale, che in buona parte non esiste più, ma che ugualmente fa parte della loro storia”. E noi, ovviamente, glielo auguriamo.

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