Ha vissuto anni di paura, minacce e violenze fisiche da parte del figlio, culminate con l’apertura dei rubinetti del gas e la minaccia di far esplodere l’intero palazzo. Ora, dopo una lunga vicenda giudiziaria, per un civitanovese di 56 anni è arrivata la condanna: ha patteggiato ieri in tribunale a Macerata una pena di due anni, due mesi e dieci giorni di reclusione.
I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2020 e il gennaio 2024. L’uomo, con problemi legati all’abuso di alcol e droghe, avrebbe chiesto ripetutamente denaro alla madre, aggredendola verbalmente e fisicamente quando lei si rifiutava. Più volte avrebbe danneggiato i mobili di casa, sfondato porte, spaccato specchi e tavoli.
In un episodio particolarmente grave, nell’agosto 2020, aprì i rubinetti del gas minacciando di far saltare tutto, costringendo all’intervento d’urgenza vigili del fuoco e polizia. Nel settembre 2024 arrivò a sfondare la porta della camera della madre per sottrarle 100 euro.
Nel gennaio 2025, in preda all’ennesimo scatto d’ira, aggredì anche la figlia, chiamata dalla nonna per cercare di calmarlo. La colpì con calci e pugni, poi la prese per il collo, causandole lesioni giudicate guaribili in 10 giorni.
Il procedimento si è concluso davanti al giudice Federico Simonelli, con il patteggiamento concordato tra l’avvocato Igor Giostra e il PM Stefano Lanari. Nonostante tutto, il rapporto tra madre e figlio sarebbe ora tornato sereno.