LO SPORT, EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’

idv2“Lo sport è educazione alla legalità ed è stato per me una scuola di vita, i risultati raggiunti sono state delle conquiste che sono arrivate attraverso sacrificio, determinazione e sofferenza. È un percorso che certamente ti prepara ad affrontare la vita”. L’on. Ivan Rota, responsabile nazionale Organizzazione Idv nonché ex ciclista ed attualmente maratoneta, sottolinea con queste parole l’importanza del convegno “Idv sport tour” organizzato a Civitanova e voluto dalla Sezione Nazionale delle Politiche e Promozione dello Sport e dalla segreteria provinciale dell’Italia dei Valori. Presenti anche l’on. David Favìa, coordinatore regionale Idv Marche, Paola Giorgi, vicepresidente assemblea legislativa delle Marche, Luisa Rizzitelli, responsabile nazionale Idv Politiche per lo sport e Franco Brasili, presidente regionale Federvolley Marche. Oltre a loro, hanno partecipato grandi personaggi dello sport italiano. Corrado Barazzutti, capitano di coppa Davis e Federation Cup, Giovanni Pagliari e Gabriele Morganti allenatori professionisti di calcio. Assenti Paolo Tofoli (ct della Scavolini volley) per motivi di salute e Mauro Berruto (ct della Lube e della Nazionale italiana volley) per motivi personali.

“Purtroppo il governo che abbiamo oggi – continua l’on. Rota – dà come modelli di riferimento calciatori e veline. Stereotipi che portano anche all’esclusione delle persone disabili. Tanto, tutto e subito è il modello di riferimento attuale. Lo sport, invece, insegna il contrario. L’obiettivo sportivo si raggiunge con l’impegno, preparandosi nella mente e nel corpo”. Certo è, secondo l’on. Rota, che “per riuscire a fare qualcosa bisogna essere all’interno delle istituzioni e nella maggioranza e attualmente tutti i nostri disegni di legge non vengono presi in considerazione”.
Sport come riferimento e modello di vita, dunque, ma sport anche ostacolato e sfruttato, secondo l’on. Rota che si chiede come mai “se lo sport è davvero scuola di vita, nel mondo scolastico uno sportivo è penalizzato? Gli stessi insegnanti spesso ostacolano gli sportivi”. E poi la politica che spesso vuole solo prendersi i meriti. “In Italia – continua Rota – ci sono tre colori fondamentali per essere italiani, i colori della nostra bandiera e il bello degli sportivi è che possono vedere alzare la propria bandiera e sentirsi orgogliosi. Politica e sport purtroppo non sono sempre un ottimo binomio. Dico purtroppo perché attualmente la politica non arriva per dare, ma per prendere qualcosa, come tagliare il nastro, per accaparrarsi voti”.

Eppure esiste anche la ‘buona politica’ che nello sport vede davvero un valore da imitare. “Non ricordo di altri partiti, a parte l’Idv, che affrontano i problemi dello sport e tutto ciò che gli sta intorno con questa serietà e questa volontà di avvicinare le persone a un mondo troppo spesso sconosciuto o sottovalutato” precisa Giovanni Torresi, segretario provinciale IDV nonché sportivo professionista.
E a proposito di impegno: “mi sento di dire – afferma Paola Giorgi, vicepresidente assemblea legislativa delle Marche – che la prima proposta sportiva a livello regionale dovrà venire dall’Italia dei Valori perché anche io credo che lo sport sia una palestra di vita”.

Esempio importante quello dell’Idv anche secondo Corrado Barazzuti, capitano di coppa Davis e Federation Cup, secondo il quale ci dovrebbe essere più attenzione da parte della politica e del governo. “Lo sport – spiega Barazzuti – è altamente formativo. Quando si forma una squadra si mette insieme un gruppo di persone che giocano l’uno per l’altro e che cercano di aiutarsi. È fondamentale quindi trattare il tema dello sport e del miglioramento dello sport”. E per parlare di sport, secondo il capitano, bisogna auspicare ad “una collocazione specifica degli sportivi e allo stesso tempo parlare di sport partendo da un livello più basso, dalla scuola. Nelle scuole elementari sono i maestri a fare educazione fisica, spesso senza essere qualificati e laureati in scienze motorie. Fortunatamente ultimamente si va avanti per progetti. Da poco, ad esempio, è partito in via sperimentale un progetto del CONI. Quindi qualcosa si sta muovendo, ma non basta”.
E a livello di leggi gli sportivi non sono messi meglio. “In Italia non c’è il riconoscimento della figura giuridica del lavoratore sportivo e nemmeno una tutela costituzionale in tema di sport – spiega Luisa Rizzitelli, responsabile nazionale Idv Politiche per lo sport ed ex pallavolista – e non abbiamo nemmeno una legge quadro. Questa è la realtà e nessuno ne parla”. E pensare che lo sport non è solo importante, ma anche remunerativo. “Nel nostro Paese – continua Rizzitelli – lo sport muove il 3% del PIL, 7 milioni di tesserati con le Federazioni Sportive. E ci sono 95.000 associazioni sportive. Senza contare che lo sport permette allo Stato una cospicua riduzione della spesa sanitaria pubblica”.
Su queste tematiche l’Italia dei Valori non può non esistere e non far sentire la propria voce. Bisogna aprire un tavolo di discussione con le altre forze politiche, con le federazioni e con i laureati in scienze motorie, secondo Rizzitelli, e bisogna farlo al più presto perché “l’Europa ci ride dietro”.

Altro tema caldo della serata, la forte discriminazione delle donne in ambito sportivo.
“In base alla Legge 91/81 nessuna atleta donna ha diritto di essere una sportiva professionista e ad essere tutelate sono solo discipline sportive maschili – sottolinea Rizzitelli – e gli stessi compensi delle atlete per eventuali vittorie sono nettamente inferiori a quelli dei propri colleghi uomini”. E pensare che, come sottolinea Barazzuti, “i risultati femminili sono altamente superiori rispetto a quelli maschili. E voglio precisare che, per quanto mi riguarda, in Fedeeration Cup e in Coppa Davis, al di là dei risultati, il mio impegno è identico”.
Argomento da trattare è anche lo sport in relazione alla disabilità. “Mancano strutture adeguate – dice la responsabile nazionale Idv Politiche per lo sport – e gli stessi stadi hanno pochi posti destinati ai disabili e spesso non sono nemmeno adatti. Siamo fermi perché parlare di lavoro sportivo è molto scomodo, vi sono atleti pagati in maniera poco chiara, c’è il lavoro sommerso. Ed è per questo che l’Italia dei Valori vuole costruire dei tavoli di lavoro in questo ambito che posso definire cristallizzato”.
Ed ecco le proposte e le osservazioni emerse nel dibattito con il pubblico che è intervenuto per esprimere opinioni e fare domande.
“Non dobbiamo toccare le società sportive, senza le quali non ci sarebbe niente. Bisogna dare più attenzione e sostegno alle società sportive. I comuni dovrebbero destinare più fondi, magari anche partendo dalle scuole” secondo Franco Brasili, presidente regionale Federvolley Marche.
“I finanziamenti statali sono delle briciole – dice Rizzitelli- e le amministrazioni locali dovrebbero iniziare a occuparsi di sport iniziando a fornire strutture idonee alle scuole e alla stessa cittadinanza. Attualmente c’è un grosso divario tra le strutture del nord, molto avanzate, rispetto a quelle del centro e del sud, carenti.
Inoltre ritengo che seppur le federazioni sportive nazionali siano degli enti privati, sarebbe giusto che i loro bilanci fossero resi pubblici, visto che ricevono finanziamenti pubblici”.
Per Barazzuti “è necessario anche parlare e risolvere il problema degli enti di promozione sportiva che hanno un forte collegamento con la politica e di conseguenza ricevono più soldi”.

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