LO PSICOLOGO RISPONDE: GLI ETERNI ADOLESCENTI

adolescentiUno dei fenomeni paradossali e più curiosi della nostra società è costituito dai giovani che, sempre più numerosi, rimangono nella famiglia d’origine anche oltre i trent’anni. Si tratta di un evento paradossale perché la spinta presente nella nostra cultura dovrebbe, al contrario, favorire l’indipendenza dei figli: precoce inserimento in strutture educative extrafamiliari, inizio anticipato della scuola dell’obbligo, sport agonistici praticati fin dalla più tenera età, ampia libertà concessa a partire dalla prima adolescenza (se non prima). Invece no! I giovani preferiscono la vita con la mamma ed il babbo rinunciando all’emancipazione tanto agognata. Delizioso, su questo tema, il film “Tangury” del regista Chativiez, che ispirandosi ad un fatto di cronaca avvenuto in Italia, racconta il conflitto tra due genitori cinquantenni ed il figlio ventinovenne che non mostra alcuna intenzione di abbandonare la dimora familiare. Si potrebbe obiettare che questo fenomeno sia la conseguenza della crescente difficoltà ad inserirsi compiutamente nel mondo del lavoro. Si tratterebbe, pertanto, di una scelta obbligata. Pur non sottovalutando che un quarto dei giovani italiani non è ancora pienamente inserito nel mercato lavorativo, tuttavia non risulta essere questa la causa principale di questo sintomo sociale. Una cospicua fetta di giovani, infatti, pur avendo un lavoro non palesa alcuna intenzione di allontanarsi dalla famiglia. Inoltre solo l’un per cento è disposto ad aiutare economicamente i genitori. Non perché mettano i loro soldi da parte, ma più semplicemente perché continuano a considerarsi dei figli non ancora cresciuti. Le cause di questo fenomeno, dunque, non sono da ricercare soltanto in fattori di origine socio-economica ma anche negli orizzonti di desiderio dei nostri adolescenti. Numerose ricerche condotte in Italia sembrano indicare, in effetti, che molti giovani incontrano non poche difficoltà ad affrontare l’esistenza senza il ‘paracadute’ genitoriale. Preferiscono lasciare le responsabilità della vita, le incombenze della quotidianità, alla mamma ed al babbo illudendosi di poter prolungare all’infinito la propria permanenza sull’ Isola-che-non-c’é. Ma il tempo non fa sconti a nessuno e così questi eterni adolescenti illudendosi di aver trovato l’elisir dell’eterna giovinezza finiscono con l’incanutire senza neppure essersi resi conto che il treno che continuano ad attendere è già passato da un pezzo. Sono passati dalla giovinezza all’età di mezzo ma nessuno si è preoccupato di farglielo notare.

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