LO PSICOLOGO RISPONDE: CAMBIARE, RISCHIO O RISORSA?

fu_mattia_pascalDi Vincenzo Luciani

Ognuno di noi può affrontare le necessità di un cambiamento vivendole come un rischio o come una opportunità. A volte a prevalere è il timore di cambiare, anche quando tutto nella nostra vita dovrebbe indurci ad imboccare una nuova via, a tracciare un inedito sentiero, ad inventarci un nuovo orizzonte. Preferiamo crearci, anche senza rendercene conto, le condizioni che ci inchiodano in una eterna ripetizione degli stessi fallimenti. Quando a prevalere è la paura del nuovo, immaginiamo il cambiamento non come il risultato di una nostra scelta interiore bensì come un regalo del fato. Ne troviamo un esempio illuminante nel romanzo, di Luigi Pirandello, “Il fu Mattia Pascal”. Mattia è un bibliotecario pigro, tediato da un matrimonio non felice e da un lavoro insoddisfacente. Mentre è sul treno che lo sta riportando a casa su un quotidiano legge una notizia di cronaca in cui è dato per morto. Decide allora di utilizzare questo evento per trovare una inattesa libertà. Dopo essersi tagliato la barba e i capelli, acquista dei vestiti e, inventandosi un passato, va a vivere a Roma con un nuovo nome. Ma non tarda ad accorgersi che si tratta di una falsa libertà e così torna ad essere Mattia Pascal. Ma intanto tutto è cambiato… in peggio. Pirandello mostra in modo mirabile che cosa accade quando ci troviamo davanti ad una scelta posticcia, finta: si finisce col perdere anche ciò che si possedeva. Si tratta di un cambiamento che non soltanto non muta nulla ma che, alla fine, ci trascina nel rimpianto o, addirittura, ci getta nel panico. Come ha scritto lo psicoanalista Jacques Lacan, ciò che l’essere umano teme più di ogni altra cosa è scoprire il potere che ha. Quel potere che permette di governare, almeno un poco, la nostra vita. Preferiamo tenerci i nostri sintomi piuttosto che affrontare ciò che nella psicoanalisi si definisce castrazione simbolica. Prediligiamo fantasticare una onnipotenza illusoria piuttosto che rischiare di scoprire i nostri veri limiti. Preferiamo scegliere di non scegliere. Tuttavia nessuno potrà scegliere al nostro posto. Per dirla con Dostoevskij: si può condurre un cavallo alla fonte ma non obbligarlo a bere. Un vero cambiamento, un cambiamento che non sia una fuga in avanti, comporta sempre una perdita. Se non si è disposti a perdere qualche cosa dei propri averi, si finisce con il perdere tutto. Di fronte all’imperativo “O la borsa o la vita!”, se non si vuol cedere la borsa si finisce col perdere la borsa e la vita.

CURRICULUM
Vincenzo Luciani è laureato in Psicologia presso la Facoltà di Psicologia dell’ Università degli Studi di Roma. Iscritto presso l’Albo degli Psicologi della Regione Marche, presso l’elenco degli Psicoterapeuti della Regione Marche. E’ membro della Scuola Europea di Psicoanalisi e dell’ Associazione Mondiale di Psicoanalisi. E’ autore di numerose pubblicazioni. Attualmente è Direttore Consultorio Familiare Zona 13

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