LE PM10 A CIVITANOVA MARCHE NON CI SONO PIU’?

report_pm10Dall’Associazione Citt@verde riceviamo e pubblichiamo:

“Dopo le esternazioni dell’Assesore Nicoletti che considerava incomprensibili i risultati dei rilevamenti fatti dalla Centralina Arpam in via Pola che sfornava quasi costantemente sforamenti dei livelli massimi di PM10 nonostante ci fossero state condizioni meteorologiche favorevoli (pioggia) facendo balenare la probabilità di problemi all’apparato di rilevamento i dati della centralina indicano la presenza di PM10 nella media giornaliera è ai minimi storici. Per questi risultati che reputiamo importanti e per i quali ci rallegriamo in quanto a beneficiarne sono i cittadini, i bambini e le categorie sociali a rischio, non ci rivolgiamo come ha fatto l’assessore Nicoletti all’Arpam per chiederne se l’apparato di rilevamento è perfettamente funzionante in quanto a traffico invariato e con condizioni meteo favorevoli (sole).
Le PM10 sono da circa dieci giorni sotto il livello massimo di legge noi ne prendiamo atto perché sappiamo come dovrebbe essere noto anche a chi amministra che le stazioni di rilevamento dell’aria sono perfettamente tarate e periodicamente verificate. O l’intervento dell’assessore è stata una benedizione oppure a quantità di auto circolanti invariata sono tutto metanizzate, Euro 5,Gpl. Considerato che le perplessità esternate dell’assessore Nicoletti sembrano rivelarsi foriere di buone notizie cogliamo l’occasione per invitare l’assessore ad intervenire presso le autorità Sanitarie e l’Arpam nella speranza che sia finalmente avviata quella indagine Epidemiologica che da anni viene richiesta ad ogni Conferenza dei Servizi sul basso bacino del fiume Chienti. Una indagine mirata per verificare gli effetti delle sostanze cancerogene sversate nella falda sulla salute dei nostri concittadini e che nessuna autorità istituzionale a partire dal nostro Comune ha mai richiesto all’Osservatorio Epidemiologico Ambientale della Regione Marche -ARPAM Dipartimento di Ancona -Servizio di Epidemiologia Ambientale. Noi ci siamo rivolti all’Osservatorio Epidemiologico Ambientale regionale dell’Arpam chiedendo l’indagine perché ne sono capaci, perché ne hanno i mezzi, perché è una agenzia pubblica perché hanno già condotto in altre località queste indagini. La risposta è stata disarmante: nessuna istituzione ha mai richiesto questo intervento. Ci chiediamo come sia possibile che di questa situazione di grande allarme sanitario che incombe da anni sul nostro territorio possa essere sottovalutata,passata in silenzio anche come è successo recentemente la vicenda è stata oggetto di cronaca sui media nazionali annoverandoci fra uno dei territori più inquinati d’Italia. Non è possibile non denunciare il fatto che in tanti premono sul Ministero dell’ambiente compresa qualche istituzione non per sollecitare un intervento risolutivo a favore dell’indagine epidemiologica ma per “sboccare” aree edificabili e altra cementificazione.

La risposta dell’Osservatorio di Epidemiologia Regionale:

. Gent.mo Sig. Amedeo Regini,
scusandomi per il ritardo nella risposta le comunico che a questo Servizio di Epidemiologia Ambientale, ora anche Osservatorio Epidemiologico Ambientale della regione Marche, non è mai pervenuta alcuna richiesta di effettuare valutazioni epidemiologiche sull’area del basso bacino del fiume Chienti.

In passato abbiamo collaborato con l’Istituto Superiore di Sanità, fornendo loro l’Atlante Epidemiologico Ambientale della regione Marche elaborato da questo Servizio, in quanto la Regione Marche aveva attribuito loro il mandato di effettuare un tale studio. Ad oggi non possediamo informazioni sull’esito dello stesso.

Sulla base del suddetto Atlante abbiamo fatto alcune valutazioni estemporanee sui comuni dell’area ma a causa dei limiti dello strumento (stime su base comunale e solo su alcuni gruppi di patologie) e dei risultati non conclusivi non abbiamo ritenuto di poter completare e quindi pubblicizzare le osservazioni.

Uno studio, anche se semplicemente descrittivo (senza la finalità di individuare un rapporto causale tra la contaminazione del sottosuolo e gli eventuali eccessi di malattia), dovrebbe essere in grado di indagare comunità più piccole (ad es. sezioni di censimento) che possono risentire maggiormente di situazioni di contaminazione/esposizione confinate in territori ristretti.
Queste valutazioni “spaziali” necessitano di archivi di patologia associati ad informazioni anagrafiche con le residenze attuali e storiche dei malati georeferenziate.
Nella regione Marche, al contrario di altre regioni italiane, questi dati non sono ancora disponibili come flussi definiti e correnti.
In altre aree della regione abbiamo effettuato studi similari che tuttavia hanno richiesto notevoli risorse di tempo e di personale ed una stretta ed impegnativa collaborazione da parte delle strutture sanitarie locali.
Qualora si ripresentino analoghe condizioni e si ottenga un mandato in tal senso questo Servizio rimane a disposizione per effettuare altre valutazioni.
Cordiali saluti.
Mauro Mariottini

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