LA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI A CIVITANOVA, DA MESI AL BUIO

70-kw-1Da Pierpaolo Rossi riceviamo e pubblichiamo:

“Sono trascorsi 7 mesi (1 aprile 2011) dalla decorrenza del rapporto di locazione tra Il Comune di Civitanova Marche e la Proprietà del locale di via Calatafimi n.26 destinato (secondo la Delibera di Giunta N.159 del 14/04/2011) ad ospitare la Consulta delle Associazioni di Volontariato ed altre 7/8 associazioni di varia natura senza che le stesse associazioni abbiano potuto usufruire dei locali a loro assegnati.
Sette mensilità di canone d’affitto (21.319,20 Euro) pagate dal Comune per una sede che avrebbe dovuto dare spazi più confortevoli alle associazioni, che fino ad aprile erano insediate nell’edificio Zazzini di via Trieste, ma che ad oggi è ancora inagibile.

Sono trascorse invece più di 3 settimane dal giorno in cui (4 ottobre 2011) il Presidente del Consiglio Comunale Borroni sulla pagina FACEBOOK del gruppo Civitanova Speakers’Corner, proprio a riguardo della inagibilità del locale di via Calatafimi, rassicurava gli interlocutori affermando che tutto si sarebbe risolto in 15 giorni al massimo, non appena sciolto un nodo col gestore di energia elettrica: a detta di Borroni l’inghippo era relativo ad una richiesta (da parte dell’ UTC) di contratto per una fornitura di energia elettrica di ben 70 kW(!); neanche fosse un albergo o un supermercato!!!!!
Quindi il Presidente del Consiglio Comunale, seppur in maniera del tutto approssimativa, potrebbe aver
dato una risposta al perché di questi 7 mesi di attesa , anche se più di un dubbio rimane.
Lo stesso Borroni delle risposte poco attendibili (per non dire false) invece ha dato a chi chiedeva, in nome di una dovuta trasparenza, notizie riguardanti la Proprietà del locale in questione e l’equità (in base ai prezzi di mercato) del canone di affitto: a detta di Borroni, che afferma di non conoscere la proprietà del locale (strano perché nella Delibera di Giunta n.84 del 04/03/2011 si fa cenno, a pag.2, ad un incontro avvenuto il 4 febbraio 2011 tra la stessa Proprietà, il Presidente del Consiglio, il Segretario Generale, il Dirigente ed il Funzionario competenti), il canone pattuito (6 €/MQ.) è inferiore al prezzo di mercato per un locale di quelle dimensioni che è stato scelto come più conveniente, tra quelli visionati (sempre a detta del Presidente una “rosa”di tre immobili in tutto!), anche in relazione alle opere realizzate di “ristrutturazione” e adeguamento degli impianti .

Le sue affermazioni risultano però per nulla corrispondenti a quanto affermato e deciso negli Atti di Giunta riguardanti la locazione del locale di via Calatafimi: Delibere di Giunta Comunale nn. 145 e 334 del 2010 e nn. 19, 84, 94 e 159 del 2011.

Infatti dalla suddetta documentazione si evince che:

1) Il locale di via Calatafimi n.26 non è stato “scelto” attraverso una logica e trasparente selezione di tanti immobili visionati simili allo stesso per dimensioni e prezzo. Nella D.d.G n.145 del 2010 non si accenna in alcun modo ad una selezione tra più immobili anzi si evidenzia una “offerta di disponibilità” da parte di un soggetto privato, comunicata con nota del 9/10/2009, di concedere al Comune la locazione di un locale di 420 mq. previa ristrutturazione, ridistribuzione degli spazi interni e messa a norma, sito in via Calatafimi a Civitanova, al piano terra, in zona centrale e fruibile, per un canone di euro 7,00 al mq.

2) Nonostante sembra (?) esserci stata una logica (e dovuta) trattativa al ribasso sulle condizioni economiche poste nell’”offerta di disponibilità” della Proprietà dell’immobile risulta invece evidente che, in relazione alle condizioni del contratto stipulato, l’Amministrazione ha palesemente aumentato le condizioni economiche dell’offerta stessa contravvenendo al principio/dovere di una riduzione della spesa a carico del Comune. Come già detto nella D.d.G. n.145 del 2010 si cita un’ “offerta di disponibilità” per la concessione al Comune di un locale di 420 mq. per un canone mensile di € 7,00 al mq. corrispondente a 35.280,00€ annui. L’Amministrazione dopo alcune riflessioni (discutibili), ma le approfondiremo in seguito) decide di accordarsi per 6,80 euro moltiplicati per i metri quadri del locale che nel frattempo (dopo precisissimi rilievi dell’UTC) erano aumentati fino a 430 per corrispondenti 35.088,00 euro l’anno, per 8 anni rinnovabili. Il tutto deliberato con estrema urgenza per dare “una casa” decente alle associazioni. Fin qui c’era un risparmio di 200,00 euro l’anno rispetto all’offerta. Nella D.d.G n.19 del 2011 si dice che la Proprietà del locale di via Calatafimi con istanza prot.484141 del 04/10/2010 chiede all’Ente di variare le condizioni di canone previsto nella bozza di contratto per far fronte alle spese impreviste e agli oneri per il cambio di destinazione (da magazzino ad ufficio): si chiede l’aumento di 1 euro/mq. ed il prolungamento del contratto da 8 a 10 anni; l’Amministrazione dopo le solite (discutibili) riflessioni, delibera di accettare in parte la richiesta della Proprietà aumentando a 7,20 (più di quanto chiesto nell’originaria proposta) euro/mq. che moltiplicati per i metriquadri dell’immobile che nel frattempo (dopo minuziosi rilevamenti) erano di nuovo variati (diminuiti quasi a giustificare l’aumento del canone) fino a 408mq. per corrispondenti 35.251,20 euro l’anno, sempre però per 8 anni. Fin qui il risparmio rispetto all’offerta di
disponibilità iniziale scende a 29,00 euro. Nella D.d.G n.84 del 2011 si dice che, il 4 febbraio 2011, in un incontro tra Ente e Proprietà quest’ultima chiede di nuovo la modifica della bozza contrattuale per far fronte alle spese
sostenute a seguito delle indicazioni dell’UTC: 10 anni di contratto evidenziando al contempo problematiche in merito alla facoltà di recesso anticipato da parte del conduttore in qualsiasi momento. Intanto in seguito a minuziosissimi controlli ed accuratissime misurazioni la superficie del locale di via Calatafimi n.26 ri-aumenta fino a 423mq! (qualcuno la chiamerebbe “flessibilità” degli spazi!) e con URGENZA si dà immediata esecuzione alla stessa delibera stabilendo il canone annuo con la seguente operazione: 7,20€ x 423mq.= 3.045,60€ x 12 mesi = 36.547,20€ l’anno. Il canone annuo rispetto all’ offerta di disponibilità è così aumento di 1267,20 euro l’anno, invece di diminuire!…e per 10 anni anziché 8!!!!!!!!!! (senza la possibilità di recedere prima di 5 anni! Della serie chiedi e ti sarà dato).

3) L’Amministrazione in tutta questa operazione sembra proprio non aver seguito la pratica del “buon governo” non rispettando il principio/dovere di una tanto logica quanto dovuta riduzione della spesa a carico del Comune.
Con la D.d.G. n.145 del 19/04/2010 l’Amministrazione decide sostanzialmente che alcuni locali di cui il Comune è locatario (Edificio Zazzini in via Trieste sopratutto e locali in via Baracca) risultano oramai inadeguati (scarsa accessibilità ai diversamente abili, vetustà di finiture ed impianti) ad ospitare le sedi di numerose associazioni cittadine di varia natura; aggiungendo il fatto che il contratto riguardante l’Edificio Zazzini è scaduto e che la Proprietà , stimolata da una proposta di convenzione per il rinnovo da parte dell’Ente, non ha ancora dato risposta in merito, nella stessa Delibera decide di non procedere al rinnovo del contratto di affitto dei locali di via Trieste (almeno sino al trasferimento delle associazioni), di disdire il contratto di locazione dei locali di via Baracca e di stipulare un contratto di locazione per un locale in via Calatafimi. Minimizzando il fatto che anche i locali di via Calatafimi abbisognano di manutenzione straordinaria (si parla di ristrutturazione, ridistribuzione interna e messa a norma degli impianti….una robetta insomma!!!!!!) l’Amministrazione legittima il cambio di locazione anche dal punto di vista economico: scaduto il contratto di via Trieste (canone di 25.407,00 euro) e casomai rinnovato (proposta di 30.000,00 euro l’anno) più il contratto di via Baracca (6047,00 l’anno) la spesa
complessiva sarebbe stata di 36.047,00 euro annui contro quella appena deliberata di 35.088,00 euro annui (con un risparmio di meno di 1000 euro l’anno!!).
Peccato però che, come abbiamo visto in precedenza, il canone annuo stabilito alla fine dei giochi è stato di 36.547,20€ (con un aumento di 500,20 euro l’anno!). Ma non è mica finita qui! Nella D.d.G. n.334 del 7/07/2010 gli attentissimi Amministratori dicono di essersi improvvisamente accorti che l’immobile di via Calatafimi n.26 è inadeguato ad accogliere tutte le associazioni ospitate nei locali di via Trieste e di via Baracca e quindi si vedono costretti a mantenere in essere il contratto di locazione dei locali di via Baracca (ma non erano inadeguati e
vetusti?).
In conclusione ai 36.547,20 euro del canone di via Calatafimi vanno aggiunti i 6047,00 euro dei locali di via Baracca per un totale di 42.594,20 euro, e cioè 11.140,20 euro l’anno in più rispetto a quello che il Comune pagava prima della scadenza del contratto di via Trieste e 6547,20 euro in più rispetto a quello che avrebbe pagato rinnovandolo. Ora sarebbe interessante discutere del perché il Comune debba spendere più di 42.500,00 euro l’anno per dare una confortevole “casa” ad associazioni tipo “Associazione Vespa Club-Civitanova Marche”, “Associazione Archeoclub”, “Associazione Filatelici” o “Associazione Nazionale Carabinieri” o di come avvengano le selezioni delle associazioni a cui dare dimora ma sembra molto più urgente porre delle domande affinchè si possano ricevere risposte che rassicurino il civitanovese sulla trasparenza e la competenza dell’operato degli Amministratori Comunali.

– Perché il locale di via Calatafimi n.26 atto ad ospitare, una per tutte, la Consulta delle Associazioni di Volontariat o a 7 mesi dalla decorrenza del contratto di locazione ancora non è agibile e disponibile per le funzioni a cui è destinato?

– Perché il locale di via Calatafimi n.26 non è stato “scelto” attraverso una logica e trasparente selezione di tanti immobili simili allo stesso per dimensioni e prezzo così da poter valutare logisticamente ed economicamente la soluzione più vantaggiosa?

– Perché l’Amministrazione in questa operazione sembra non aver rispettato il principio/dovere di una tanto logica quanto dovuta riduzione della spesa a carico del Comune (non) affrontando una discutibilissima trattativa che non ha recato benefici evidenti alla gestione del bene collettivo ed invece favorito “oltre le effettive richieste iniziali” gli interessi di un privato?

Speriamo che i 70kW richiesti siano sufficienti a “FAR LUCE” su questa vicenda…..altrimenti la Giunta avrà dato l’ennesima prova della totale inadeguatezza a governare la nostra città. “

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