IO, SENZA UN LAVORO, DEVO NEGARE IL GELATO AI MIEI FIGLI

gelatoGentilissima Redazione, mi chiamo Mario ed ho 45 anni. Da quando ne avevo 17 ho sempre lavorato. Mentre i miei coetanei d’estate durante le vacanze se la godevano, io abitando a Civitanova, facevo il bagnino o il cameriere. Le mie giornate lavorative duravano 17-18 ore. I soldi guadagnati mi consentivano qualche sfizio e soprattutto mi davano l’indipendenza dai miei genitori. Avevo il mondo davanti, mi sentivo onnipotente. Ero felice. Una volta preso il diploma ho iniziato a lavorare come ragioniere in un’azienda. Guadagnavo abbastanza bene, la mia era una vita più che dignitosa. Ho incontrato una donna splendida e con lei ho avuto due figli. Un sogno che ben presto si è trasformato in incubo quando, il titolare dell’azienda presso cui lavoravo mi convoca e mi dice: “sai…purtroppo…la crisi”. Sono uscito da quell’ufficio stordito. Quel ragazzo entrato a 19 anni non ancora compiuti, usciva da quella porta a 42 anni suonati. Dopo qualche giorno di smarrimento e spinto dalla mia fantastica famiglia, ho cercato di reagire. Ho bussato a tante porte…ma niente da fare. Il lavoro non c’è. Sono passati i giorni, le settimane, i mesi e gli anni. Ora mi ritrovo a 45 anni. Mia moglie lavoricchia ma i soldi non bastano. Mi direte che questa mia storia è uguale a quella di tanti altri! Lo so. Io però ho deciso di renderla pubblica perché un giorno dopo aver toccato il fondo per aver letto la delusione mista a compassione negli occhi dei miei figli ai quali avevo dovuto negare un gelato perché in tasca non avevo un solo euro, ho capito che io non avevo colpa di quella situazione. Avevo sempre lavorato onestamente e se quelle tasche erano vuote non era colpa mia. Ecco, vorrei dire a quanti si trovano nella mia stessa situazione, di non deprimersi, di non arrendersi e soprattutto di non sentirsi dei falliti. Io non ho perso la speranza…prima o poi quella risposta cambierà, troverò un lavoro e potrò comprare quel gelato…il più grosso che c’è.

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