IO DIFENDO LA MIA SCUOLA PERCHE’ CI CREDO. I DIRITTI NON SI BARATTANO, SI DIFENDONO

Il corpo docente dell’IIS “Matteo Ricci” di Macerata riunito in assemblea sindacale, il giorno 31 ottobre 2012, esprime indignazione e sdegno per la condizione contrattuale dei lavoratori della scuola, un vero e proprio abuso che lede i diritti fondamentali:

• il blocco della contrattazione fino al 2014 con perdita del potere di acquisto del 20% e blocco degli scatti di anzianità, modifica ope legis di una materia contrattuale, rappresentano un monstrum giuridico mai registrato nelle moderne democrazie, né nel nostro Paese né nel resto dell’Europa, tutto ciò potrebbe costituire un pericoloso precedente.
• La revisione degli orari di lavoro e di salario dovrebbe essere materia di accordo tra le parti – e quindi di contrattazione sindacale – e non modificata unilateralmente con un atto autoritativo.
• L’aumento del monte ore di cattedra oltre le 18 comporta la perdita di posti lavoro anche per i precari, padri e madri di famiglia, che non avranno più possibilità di trovare occupazione nonostante anni di formazione ad alto livello;
• le 18 ore sono solo frontali e ad esse vanno aggiunte tutte le altre attività previste dalla funzione docente, quindi obbligatorie, che rientrano nel contratto nazionale e non conteggiate; è stato già calcolato che effettivamente un docente svolge almeno altrettante ore settimanali di lavoro non visibile dedicato a preparare le lezioni e le verifiche, correggerle e valutarle;
• noi insegnanti Italiani lavoriamo quanto quelli tedeschi, dato che in Germania questi svolgono 24 ore ma da 45’ mentre in Italia le 18 ore di lezione settimanali sono state portate tutte a 60’, tuttavia lo stipendio dei colleghi tedeschi è in media il 40% più alto;
• noi insegnanti siamo “lavoratori della conoscenza” ma in Italia abbiamo una formazione “fai da te” affidata alla buona volontà del singolo e autofinanziata, mentre in altri paesi Europei la formazione è prevista da decenni ed è retribuita;
• nella scuola italiana la revisione della spesa è già stata effettuata con sacrifici sia da parte degli insegnanti che del personale ATA e senza che i risparmi ottenuti siano stati reinvestiti nella scuola pubblica italiana. In particolare:
o il personale ATA è stato tagliato di 150.000 unità negli ultimi tre anni;
o il numero di alunni per classe è stato innalzato a 30 unità, con numerose eccezioni fino a 33/34 ignorando la normativa sulla sicurezza;
o sono stati eliminati i docenti madrelingua e i tecnici per i laboratori delle scuole tecniche e professionali, colpendo proprio le fasce sociali meno abbienti;
o il taglio delle ore di lezione e l’eliminazione di tutte le sperimentazioni storiche (come il bilinguismo) apportato dalla riforma Gelmini in tutte le scuole secondarie di secondo grado ha minato la qualità della formazione delle generazioni future, equiparandole a un prodotto industriale;
o il taglio delle ore di sostegno destinate agli alunni diversamente abili e l’utilizzazione dei docenti specializzati per le sostituzioni di colleghi nega diritti fondamentali proprio all’utenza che dovrebbe essere più tutelata.

I docenti si RIFIUTANO di assistere al ventilato taglio del Consiglio d’Istituto che si dice verrà sostituito da un Consiglio di amministrazione con componenti esterni, presumibilmente imprenditori, chiamati anche a valutare l’operato degli insegnanti secondo criteri sconosciuti.
Si richiama l’attenzione sul fatto che il risultato del lavoro docente è visibile a distanza di anni e tanti alunni che ora lavorano con soddisfazione, anche all’estero, lo devono anche alla loro formazione scolastica.

Per questi motivi i docenti convenuti all’assemblea sindacale invitano i colleghi ad intraprendere le seguenti azioni di protesta:

• Blocco attività non obbligatorie
• Blocco uscite e viaggi istruzione
• Rifiuto accoglienza tirocinanti TFA
• Blocco Adozione libri di testo
• Rispetto rigoroso dell’orario prefissato per il ricevimento delle famiglie e nelle riunioni
• Flash-mob con correzione dei compiti in piazza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *