Di Emanuele Trementozzi
“Anche se alla fine non è stata violenta come ci si aspettava, la pandemia dello scorso anno ci ha insegnato molte cose – sostiene Massimo Antonelli, del policlinico Gemelli di Roma – ora abbiamo la capacità di coordinare le risorse, di mettere a disposizione i vaccini e di trattare i casi gravi con una buona esperienza sulle spalle. Siamo pronti ad affrontare pandemie anche più gravi di quella dell’influenza A, il lavoro fatto l’anno passato è stato fruttuoso” e gli esperti riuniti nel 9° Congresso annuale della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) che si tiene a Roma si dicono pronti ad affrontare la prossima ondata di influenza. In realtà non si sa ancora quando l’influenza arriverà e il grado di violenza, la cosa certa è che non si è in grado di prevedere l’andamento delle pandemie: “Nel caso dell’influenza A le capacità predittive -è stato sottolineato nel corso del congresso romano- non sono state eccezionali anche a causa del lavoro disgiunto delle varie organizzazioni mondiali. L’influenza invece si presta ad un approccio interdisciplinare che metta in comune le esperienze di tutti”.