“I ROM FANNO CONCORRENZA ALLA CHIESA PER LE ELEMOSINE”, E LA CHIESA CHIUDE LORO LE PORTE

s_pietro_civitanovaGentilissima redazione,
vi scrivo per denunciare un episodio accadutomi il 31 ottobre presso la Chiesa di San Pietro e Paolo di Civitanova Marche. Sono, insieme ad altri 3 ragazzi, un’attivista di Cittadinanza Attiva la quale, occupandosi di diverse problematiche presenti in città, si è imbattuta in un muro di pregiudizi e malafede nel luogho dove, per definizione, si predica la carità e la fraternità – la Chiesa. La nostra NON associazione, ciò vuol dire che non ci sono tessere ma solo la voglia di perseguire intenti comuni nella risoluzione dei problemi cittadini, sta facendo una campagna di sostegno alla comunità Rom presente in città. Questa comunità, che dorme in stazione e vive di carità, è presente sul nostro territorio dal 2002 ma, fino ad ora, nessuno si è mai occupato di poter dare loro una mano o quantomeno di capire le loro reali necessità. Preciso che, la comunità di cui parlo, fa parte dell’antica tribù dei “Lingurar, sono di nazionalità rumena, non sono dotati di roulottes e generalmente non hanno bambini nel nostro Paese. In pratica sono “invisibili”. Dopo un’estate calda sotto il profilo del razzismo cittadino, che ha sfornato una petizione soggetta ad un’istruttoria dell’UNAR, siamo venuti a contatto con questa comunità ed abbiamo scoperto un mondo fatto di emarginazione e pregiudizi alimentati dalla mal politica. Dopo alcuni interventi di aiuto e sostegno con cibo e vestiti, un’indagine che presenteremo il 24 Novembre in una conferenza, ho ritenuto opportuno capire se ci fossero strutture o alloggi per far affrontare l’inverno a questa povera  gente, mossa anche dal fatto che, tra le 15 persone di questa comunità, c’è una donna incinta. Dopo aver constatato che a Civitanova non esistono strutture adeguate a fronteggiare la povertà, qualsiasi essa sia, ho deciso di rivolgermi alla Chiesa. Parlando qualche settimana fa con Ciurar Gheorgh, uno dei componenti Rom, mi aveva accennato ad un problema di comunicazione con il Direttore del servizio religioso Caritas. Sottovalutando la cosa e non credendo che una struttura religiosa potesse fare distizioni di alcuna sorta, l’ho invitato ad andare  a parlare con il parrocco della Chiesa. Per accertarmi che lo facesse gli ho dato un appuntamento per il 31 ottobre alle ore 18,30.  Finita la messa sono andata in Chiesa e Gheorgh era già in sacrestia a parlare con il prete. Con loro c’era un altro signore che, da quanto saputo, si chiama Dino ed è il Direttore della Caritas di Civitanova. Un uomo molto robusto di corporatura sulla 60ntina. Al mio arrivo ho notato già un clima teso e, allora, ho iniziato a parlare con il prete e l’altro signore per sedare gli animi e capire la situazione. Ho iniziato presentandomi e dicendo che avrei voluto sapere se, viste le difficoltà di queste persone, la Chiesa avrebbe potuto aiutarle. Ho detto che sono molti anni che sono a Civitanova ed allora, il signore Dino ha iniziato a fare battute sul fatto che lo sapeva e li conosceva benissimo. Allora mi è stato chiesto se ero del Comune ed ho cercato di spiegare che, anche se non lo sono, volevo aiutare questa povera gente. Avebbe fatto differenza esserlo ? Mah! Allora, alzando la voce, mi è stato  detto che dovevo andare ai locali della ex Caritas che, da qualche anno, sono occupati da dei    ragazzi di un centro sociale chiamato Jolly Roger. Ho risposto che avevo chiesto ma che nello stabile ci piove e quindi non potevano ospitarli. Loro, il prete e questo Dino, hanno iniziato ad incalzarmi e a parlare male di questi ragazzi che occupano il centro. Ho detto loro che non giudico ciò che fanno gli altri e mi interessava solo sapere se ci fosse un posto dove far stare queste persone anche perché, tra l’altro, c’è anche una ragazza incinta al quinto mese. Loro mi hanno aggredita sotto gli occhi basiti di Gheorgh, che cercava di difendermi, e, in seguito, mi hanno accusata di essere amica dei ragazzi del centro sociale e di scusare certi comportamenti. Ho detto che non giudico mai nessuno e il signor Dino, alzando la voce e spaventandomi, mi ha detto che lui poteva giudicarli perché si sono impossessati di una struttura della Chiesa. Io, basita, ho cercato di far capire che non mi interessavano le beghe per la struttura ma che cercavo solo un riparo notturno temporaneo per l’inverno. A quel punto il parroco, calmatosi anche lui, mi ha detto che non esistono luoghi e che, l’unico luogo che avevano era quello, ora occupato. Sarà vero ? Mah ! Quindi non potevano far nulla. Ho detto grazie e me ne stavo andando insieme al prete ed a Gheorgh quando il signor Dino, raccogliendo i soldi per le messe dei morti ( quindi questa scena si è svolta avanti ad altre persone aggravando il mio imbarazzo ), mi ha fermata dicendo che non avrei dovuto aiutarli perché loro spediscono i soldi in Romania. Allora ho ribattuto dicendo che non è vero e se lo fanno è per poche decine di euro perché, là, hanno dei bambini. Lui ha iniziato a dire che chiedono sempre la carità e la gente, dandola a loro, non la dà più alla parrocchia e quindi dovevano tornare nel loro Paese. Tutto questo discorso mi è stato fatto con un tono urlato e prepotente. Allora ho detto che loro stanno qui perché nel loro paese di origine muoiono di fame e ho ribadito il fatto che ho dato loro vestiti e cibo ma che sono sola. Lui mi ha risposto che non sono ben accetti e che, in pratica, fanno concorrenza alla Chiesa chiedendo l’elemosina. Ho sbarrato gli occhi e lì mi sono arrabbiata per il semplice fatto che la mia Chiesa non è un supermarket od un negozio, ma è cristianità ed amore per il prossimo. Nella discussione ho ribadito che non mi aspettavo un simile comportamento da parte di uomini di Chiesa e che, a questo punto, avrei provveduto a denunciare il fatto. Di rimando ho ricevuto minacce e urla. Sconvolta me ne sono andata e ho mandato una lettera a Mons. Luigi Conti, della diocesi di Fermo, per informarlo dell’accaduto. Aspetto risposta. Ora mi chiedo : come può un uomo di chiesa additare e sputare sopra la povertà e la sofferenza degli altri solo perchè non sono italiani ? Gesù predicava l’uguaglianza e la carità ai bisognosi e ricordo che nacque in una mangiatoia a Betlemme quindi non era di certo italiano. Come può un uomo di Chiesa giudicare con parole indicibili ragazzi che occupano i ” loro ” spazi? Ricordo che la Chiesa è la prima ad avere privilegi da secoli come locali e possedimenti gratuiti ed esenti da IMU. Come può un uomo di chiesa generalizzare e parlare per luoghi comuni  facendo del male ad un’intera comunità ? Ricordo al signor Dino che, nessuno si permette di dire che tutti i preti sono pedofili mettendo nello stesso calderone anche chi, con onestà e devozione, serve la causa cristiana. Al signor Dino dico che, ” chi è senza peccato scagli la prima pietra” e sopratutto che, dopo tanti anni di prediche, sarebbe ora di applicare di più il Vangelo e gestire meno i beni materiali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *