Oggi ricordiamo la liberazione della nostra Civitanova Marche. Una data importante che non possiamo dimentichere. Finisce in questa parte dell’Italia il nazifascismo. La pace e la speranza di un futuro migliore sono state faticosamente raggiunte. Purtroppo oggi la ricordiamo avendo negli occhi le immagini di nuove e terribili guerre di aggressione, le stragi di innocenti, le distruzioni e la violazione del diritto internazionale. Ricordare brevemente una parte della storia della liberazione di Civitanova Marche, l’arrivo delle forze armate alleate, i soldati polacchi che per primi entrarono in città, la felicità dei civitanovesi che videro la fine della guerra, delle sofferenze, dei lutti non cancellerà la speranza che anche queste orribili guerre possano finire.
Voglio dedicare questo modesto ricordo ad una persona eccezionale alla quale sono stato molto legato da profonda amicizia e stima che purtroppo non è più tra noi: Giannini Costanzo. Costanzo è sfatato una delle prime persona ha voluto ricordare e storicizzare anche a livello istituzionale il luogo dove a Piane di Chienti entrarono attraversando il Chienti i Lancieri dei Carpazi.
I “lancieri dei Carpazi” che per primi sono entrati nel nostro territorio il 29 giugno del 1944 e sono rimasti fino alla seconda metà luglio del 1946. A Civitanova i soldati polacchi erano acquartierati in diversi punti: un comando importante era a Villa Conti e altri minori erano sparsi in diversi edifici sia a Civitanova Alta sia nel capoluogo. Nel capoluogo un gruppo importante era acquartierato nell’ex edifico della G.I.L. in viale Vittorio Veneto oggi edificio scolastico.
Nella ex GIL funzionava anche una mensa per i soldati polacchi. mensa alla quale si rivolgevano alcune famiglie del Porto in gravi difficoltà. A Civitanova Alta una parte dei soldati polacchi occupavano un vecchio palazzo adiacente la torre dell’acquedotto in via del Girone.In quel palazzo,al primo pianoc’era anche un ammasso del grano.
La partenza da Civitanova dei soldati Lancieri dei Carpazi venne ricordata solennemente il 15 Luglio del 1946. Data incisa in una targa in marmo apposta nella chiesa di San Paolo di Civitanova Alta. La presenza e la convivenza fra soldati polacchi e civitanovesi eccetto qualche occasionale intemperanza fra giovani per futili motivi come gelosie rispetto alla ragazze del posto si può definire sostanzialmente positiva.Il periodo durante il quale i sodati polacchi restarono a Civitanova Marche non fu di solo riposo. Infatti numerose sono state e esercitazioni sia lungo la spiaggia fra Fontespina e Porto Potenza Picena e nelle campagne di Civitanova Alta. La partenza ufficiale dei soldati polacchi è avvenuta il 29 giugno del 1944 al Giugno del 1946.
I soldati polacchi che non volevano partire.
La partenza, per alcuni soldati non fu facile. Racconta un signore della famiglia Giardini, all’epoca proprietaria di quel terreno situato nei pressi del territorio dove poi venne costruita la clinica Villa del Pini, che per convincere i soldati polacchi a lasciare quell’area per ritornarne in possesso non fu una impresa facile.
I matrimoni fra sodati polacchi e ragazze civitanovesi.
La guerra era lontana. Una convivenza tanto intensa che fra soldati polacchi e ragazze civitanovesi sono stati celebrati matrimoni. Di queste nuove famiglie voglio ricordarne due che le rappresentano tutte.
1) Una di una queste ragazze, Rosina Orlandi, che era una mia vicina di casa si unì in matrimonio con un soldato dei Lancieri dei Carpazi Gregorio Komann. Rosina era figlia di un noto commerciante di Civitanova Alta Raffaele Orlandi. Un matrimonio questo che tutta Civitanova Alta seguì con entusiasmo e nei cuori la speranza di una vita nuova e felice. Così come per altre nuove famiglie che subito dopo il matrimonio si trasferirono all’estero, chi in Argentina, altri in Canada, in Australia, in Inghilterra. In questo caso la nuova famiglia si trasferì in Argentina.
Purtroppo per alcune di queste famiglie l’Argentina non fu la terra promessa. Non fu la terra promessa nemmeno per la famiglia Komann che intanto ebbe due figli Gregorio e Michele. Papà Komann purtroppo morì solo dopo pochi mesi dall’arrivo in Argentina. La moglie Rosina con i due figli tornarono dopo qualche anno a Civitanova per un breve periodo in rapporto stretto con i parenti che abitavano in via della Luna. Così io che abitavo a pochi metri da quella famiglia diventai amico del figlio maggiore Gregorio che tutti chiamavamo Gorche. Gorche era un ragazzo simpatico e quando parlavamo lui mischiava l’italiano con lo spagnolo, era atletico e giocava bene a pallone. Probabilmente era stato contagiato dal calcio argentino. Dopo qualche tempo la famiglia Komann Orlandi si trasferì in Germania.
Gregorio Komann è quel soldato polacco che è stato immortalato in alcune foto, in diversi libri di storia locale, mentre dirige il traffico fra via Filippo Corridoni all’incrocio con le strade che portano a Portocivitanova, a Montecosaro e a Fontespina.
2)L’altra storia è quella del matrimonio fra il soldato Pawel Dernowski e Maria Iacopini. Anche Maria era una ragazza di Civitanova Alta che abitava nel quartiere Santangelo (Santagnola). A Civitanova Alta vi erano e tutt’ora ci sono varie famiglie Iacopini. Maria era stretta parente di Umberto Iacopini detto “Lo Canepì”. Canepì da Canapa perché lui usava fasci di Canapa per realizzare con attrezzi artigianali le corde. Il suo abituale luogo di lavoro era il Campo Fiera ma a volte quando era estate si spostava nel viale della Rimembranza.
Una famiglia che non si trasferì in uno di quei paesi che potevano ospitarli ma si fermò a Civitanova Marche. Il soldato Pawel si integrò bene nella nostra città. Pawel Dernowski è stato un lavoratore, un uomo riservato, dai modi gentili e lo si riconosceva perché il suo italiano subiva l’influenza della pronuncia polacca che non gli impedì tuttavia di integrarsi nella comunità civitanovese. Pawel formò una bella famiglia ed ebbe tre figli: Jhon, George ed Enrico. Da ragazzo ho avuto il piacere di conoscere Pawel Denowsky. Pawel era un uomo sempre gentile, cosa che constatavo ogni qual volta avevo la necessità di rivolgermi nel servizio in cui lavorava.
Civitanova un matrimonio fra un soldato polacco una ausiliaria polacca.
Era il 10 dicembre del 1944, una giornata di festa per i soldati polacchi che erano a Villa Conti perché si stava per celebrare un matrimonio fra un soldato polacco e una soldatessa polacca. Si prospettava una giornata di allegria ma si sentì’ un rumore di aereo e tutti guardarono il cielo. Sopra Villa Conti cominciò a volteggiare a bassa quota un areo, un caccia. Era un aereo alleato che voleva festeggiare gli sposi, quando per un guasto questo precipitò poco distante e il pilota morì. Una festa che culminò con un dramma al quale assistettero tutti i contadini della zona.
L’esodo delle donne.
Nuove famiglie e nuovo esodo in quanto per loro vigeva una regola. La regola era che dopo il matrimonio i mariti soldati rimanevano in Italia dove ancora si combatteva in un fronte che si spostava sempre più a nord, mentre le loro mogli italiane potevano partire per i paesi stranieri nelle città dove avevano deciso di andare ad abitare aspettando il marito soldato, un tragitto lunghissimo comunque per mare. Ci sono stati casi in cui soldati polacchi si traferirono in Argentina e alcuni si sposarono con italiane per procura. Un matrimonio per procura riguardò anche due ragazze di Civitanova Alta le quali raggiunsero i mariti in Argentina.
Una continua odissea
L’Unione Sovietica invase la Polonia il 17 settembre 1939, poco dopo l’attacco tedesco, segnando una svolta nel conflitto e nella storia polacca. Questa invasione, avvenuta in base al patto Molotov-Ribbentrop, portò alla spartizione del territorio polacco tra Germania e Unione Sovietica, con conseguenze drammatiche per la popolazione polacca. Di fatto la Polonia diventò uno stato satellite dell’Unione Sovietica. I sodati dell’armata polacca, finita la guerra, potevano tornare in Polonia ma 112 mila decisero di non tornare più in quanto questa era entrata nella sfera di influenza dell’Unione Sovietica.
Giugno 1946 i soldati polacchi lasciano Civitanova.
La partenza dei soldati polacchi da Civitanova Alta è stato un evento che ha coinvolto tutto il paese. C’è chi ricorda che nei giorni antecedenti la partenza dalla nostra città, a Civitanova Alta venne celebrata nella chiesa di San Paolo una messa solenne. Una messa alla quale parteciparono moltissime persone, tanto che la chiesa non riuscì a contenere tutta la gran folla che si riversò nella piazza antistante per assistervi. Si racconta che la funzione religiosa venne celebrata dall’Arciprete don Romeo Pantaloni con il Vescovo cattolico Jozef Gawlina. Così la Parrocchia di San Paolo si fece carico di ricordare questa presenza apponendo in Chiesa una targa in marmo che da allora fa bella nostra di sé nell’ultima navata a sinistra prima dell’altare. Un importante segno di amicizia fra i civitanovesi e la Polonia è stato il gemellaggio fra la nostra città e quella di Skawina.
Un gemellaggio sancito in una cerimonia istituzionale a Civitanova Alta il 22 Marzo del 2007 con l’inserimento nella toponomastica di una piazzetta. Una bella cerimonia a cui partecipò il Sindaco Erminio Marinelli e il Sindaco di Skawina Adam Najder.
Il perché dei simboli delle Palme e di un’Aquila nella Targa
Il governo polacco in esilio a Londra riuscì a far uscire circa 50.000 uomini, fra civili e soldati di nazionalità polacca prigionieri nei campi di lavoro sovietici nella Polonia occupata dall’avanzata ad ovest dell’esercito sovietico. Uomini che, attraverso lunghe trattative del governo polacco con i sovietici, alla fine vennero liberati. Guidati dal Generale Władysław Anders queste migliaia di uomini percorsero un tragitto incredibile, faticoso attraversando l’Iran, l’Iraq, la Siria e la Palestina, contemporaneamente addestrandosi per unirsi alle forze armate alleate. Così le due Palme stanno a simboleggiare i luoghi di quel tragitto in Medio Oriente che compirono questi ex prigionieri per combattere contro l’esercito nazifascista.
In questo straordinario percorso i Lancieri dei Carpazi arrivarono, attraversando il fiume Chienti, nella nostra città. Purtroppo quel giorno di festa venne funestato dal lutto per la morte causata da una mina tedesca di un giovane soldato polacco appena mise piede nel nostro territorio. Un giovane di cui ad oggi nonostante le tante ricerche non conosciamo il nome.
Giovedì il 29 Giugno del 1944 Civitanova venne liberata dal nazifascismo.
NO RIARMO
NO GUERRE
Amedeo Regini